La Gran Bretagna vieta ufficialmente l’allevamento di cani e gatti per la vendita

Vietato l'allevamento di cani e gatti destinati alla vendita. Il Regno Unito fa sul serio e ha fissato la data dell'entrata in vigore della cosiddetta Legge di Lucy. Dal 6 aprile 2020, i negozi di animali domestici potranno vendere solo cuccioli allevati direttamente. Sarà dunque proibito acquistarli dalle aziende di allevatori

Vietato l’allevamento di cani e gatti destinati alla vendita. Il Regno Unito fa sul serio e ha fissato la data dell’entrata in vigore della cosiddetta Legge di Lucy. Dal 6 aprile 2020, i negozi di animali domestici potranno vendere solo cuccioli allevati direttamente. Sarà dunque proibito acquistarli dalle aziende di allevatori.

Tra meno di un anno, entrerà dunque un vigore la legge che promette di rivoluzionare il mercato degli animali domestici nel Regno Unito. I cuccioli di cani e gatti non potranno più essere venduti da un negozio di animali o da un rivenditore commerciale a meno che non siano stati allevati direttamente.

La soluzione punta a evitare la pratica non etica dell’allevamento di cuccioli ai fini commerciali. In Gran Bretagna infatti sono tante le cosiddette fabbriche di cuccioli, in cui allevatori con l’unico interesse economico, tolgono i piccoli alle loro mamme dopo poche settimane dalla nascita, esponendoli a rischio di malattie e problemi comportamentali.

La decisione di vietare le vendite di cuccioli è stata annunciata a dicembre e segue anni di campagne. È stata avviata anche una consultazione pubblica da parte del governo nella quale il 95% degli intervistati si è detto favorevole al divieto.

La campagna è stata sostenuta da celebrità e organizzazioni di beneficenza tra cui l’attore di Downton Abbey, Peter Egan, attivista per i diritti degli animali, secondo cui è

“il cambiamento più eccitante della legislazione sul benessere degli animali da anni”.

La legislazione deve il nome alla storia di Lucy, una femmina di Cavalier King Charles Spaniel morta nel 2016 dopo essere stata costretta a partorire ripetutamente in condizioni terribili in un allevamento gallese.

Il Ministro dell’ambiente, Michael Gove, ha detto che nessun altro animale dovrà subire lo stesso triste destino e che la legge di Lucy metterà fine alla separazione precoce di cuccioli di cani e gatti dalle loro madri.

“Vorrei ringraziare gli instancabili attivisti e amanti degli animali che hanno contribuito a realizzare questo cambiamento positivo. Tutto questo fa parte del nostro piano per rendere questo paese il posto migliore al mondo per la protezione e la cura degli animali” ha detto Gove.

Marc Abraham, il fondatore di Pup Aid, che ha fatto una campagna per il cambiamento di legge, ha dichiarato:

“La legge di Lucy prende il nome da uno dei cani più dolci e coraggiosi che abbia mai conosciuto ed è un tributo adeguato a tutte le vittime del commercio crudele di cuccioli di terze parti, passato e presente”.

E in Italia?

Nel nostro paese non ci sono norme che vietano la vendita di cani e gatti. Il decreto legislativo n°529 del 1992 prevede però che né gli allevatori privati né quelli amatoriali possano vendere un cucciolo di cane o gatto senza pedigree, spacciandolo per un animale di razza. Solo in questo caso possono andare incontro a una sanzione da 10.000 a 60.000 euro.

Anche se la nuova legge #proteggianimali punta a far diventare oggetto della tutela direttamente l’animale e non più l’uomo legato ad esso, ancora oggi i pets sono equiparati a oggetti e possono essere venduti senza restrizioni. Chi è proprietario di un cane o ne è il detentore deve solo iscriverlo all’anagrafe canina regionale entro il terzo mese di vita o 30 giorni dalla data di acquisto o dall’inizio della detenzione.

Esistono sì dei requisiti che venditori e allevatori professionali devono avere. Inoltre per le attività di vendita di animali da compagnia deve essere presente un registro di carico e scarico.

Lontani anni luce dalla Legge di Lucy…

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