Corride, sentenza storica a Città del Messico: giudice ferma gli spettacoli con i tori

L'arena Plaza Mexico è la più importante dell'America Latina. Adesso dovrà sospendere tutte le corride fino alla sentenza finale che potrebbe finalmente dire addio al massacro dei tori

Stop alle corride nell’arena di Città del Messico. Lo ha stabilito un giudice federale, ma la sentenza definitiva ci sarà il 2 giugno, giorno che potrebbe finalmente decretare la fine di uno spettacolo crudele e fuori contesto.

Una prima vittoria per l’associazione civile Justicia Justa secondo cui, il trattamento riservato ai tori durante la corrida, è ‘degradante e crudele’. Ne abbiamo parlato tante volte, la corrida è molto popolare a Città del Messico, ma è dallo scorso anno che il Congresso si esprime a favore della fine degli spettacoli a Plaza Mexico.

Il progetto di riforma della legge sulla protezione degli animali stabilisce “il divieto di qualsiasi tipo di spettacolo in cui tori, manzi e vitelli vengono maltrattati, torturati o uccisi”. E quello che sta succedendo in questi giorni va proprio in questo senso.

Un giudice federale messicano ha imposto, infatti, la sospensione di tutte le corride in Plaza Mexico, l’arena della capitale.

Il provvedimento di Jonathan Bass Herrera è arrivato venerdì con l’accoglimento di un ricorso promosso dall’associazione Justicia Justa che da tempo denuncia i maltrattamenti verso questi animali.

Si tratta comunque di un provvedimento che ha valenza provvisoria, ma che sino al 2 giugno, giornata in cui è prevista la sentenza, impedisce che vengano organizzate corride e congela quelle già in programma.

Ricordiamo che già nel 2021, la Commissione per il benessere degli animali aveva già approvato in via preliminare una legge che vieta gli eventi pubblici in cui gli animali sono soggetti a maltrattamenti e crudeltà che portano alla loro morte.

Le associazioni ambientaliste e animaliste sono fiduciose perché il 2 giugno potrebbe veramente rappresentare un punto di svolta per questi animali e porre fine a un business che provoca solo sofferenza. Un business che non piace neanche più.

Secondo i dati del Green Ecologist Party of Mexico (PVEM), infatti, nel Paese oltre il 70% della popolazione è favorevole all’abolizione delle corride che sono già vietate a Sonora, Guerrero e Coahuila.

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