Vittoria! I cinghiali di La Spezia sono ufficialmente salvi e sono stati trasferiti in una zona sicura

Lieto fine (o quasi) per i cinghiali rinchiusi nel parco della Maggiolina di La Spezia, che rischiavano di essere abbattuti. Gli ungulati sono stati portati in un'area verde recintata, dove inizieranno una nuova vita. Purtroppo, però, durante le operazioni di trasporto un cucciolo è deceduto per cause ancora da chiarire

Si è conclusa senza spargimenti di sangue la vicenda che vedeva protagonisti nove cinghiali, rimasti per circa due settimane rinchiusi nel parco La Maggiolina a La Spezia. Per scongiurarne l’abbattimento, misura adottata per eradicare la peste suina africana sul territorio ligure, si erano mobilitati diversi attivisti e associazioni animaliste, come la LAV, riuscendo a vincere la battaglia a difesa degli animali.

A seguito della mobilitazione da parte dei cittadini italiani, alla fine un paio di giorni fa il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha ufficializzato che gli animali non sarebbero stati uccisi.

Proprio in queste ore dai volontari della LAV arriva un’altra notizia rincuorante: i cinghiali, di cui si attendono gli esiti dei test per escludere il contagio da peste suina africana, sono stati trasferiti in un’area recintata scelta dalla Regione nel rispetto delle misure di biosicurezza, sempre in provincia di La Spezia.

Siamo molto felici di questo risultato – ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile LAV,Animali Selvatici – che abbiamo raggiunto grazie all’impegno di tutti, istituzioni, associazioni, ma anche singoli cittadini che fin dal primo momento hanno manifestato grande preoccupazione per la sorte degli animali.

Ad occuparsi degli ungulati, dal cibo alle cure, sarà proprio l’associazione.

Concluse le operazioni di trasferimento in un luogo sicuro

Le operazioni di trasferimento hanno visto l’impegno di personale estremamente professionale e competente: agenti della vigilanza regionale, medici veterinari dell’ASL5, Carabinieri Forestali e agenti della Polizia Locale che, tutti assieme, hanno garantito che le operazioni si svolgessero nel più breve tempo possibile, limitando così lo stress e quindi i rischi per la vita e la salute degli animali. – fanno sapere gli attivisti – Alle operazioni ha partecipato un veterinario designato dalla LAV come esperto.

cinghiali la spezia

©LAV

Purtroppo, però, nel corso del trasferimento uno dei 9 animali, un cucciolo, che non era stato narcotizzato è deceduto e adesso si attendono i risultati dell’autopsia per capire le cause precise della morte.

In un primo momento la LAV aveva indicato un rifugio come luogo definitivo di accoglienza di questi animali, ma le autorità sanitarie hanno rifiutato la proposta per ragioni di prevenzione sanitaria della peste suina poiché sarebbe stato necessario transitare nella provincia di Genova attualmente zona rossa per il virus.

Il luogo esatto in cui si trovano i cinghiali non è stato divulgato per garantire la sicurezza di questi animali ed evitare che malintenzionati che  possano creare ritorsioni.

Quanto accaduto ai cinghiali di La Spezia conferma che l’impegno di tutti, associazioni, attiviste e attivisti provenienti da tutta Italia, istituzioni che hanno saputo accogliere e ascoltare le nostre istanze, una cittadinanza solidale, può contribuire a risolvere positivamente situazioni critiche e analoghe, evitando crudeli spargimenti di sangue – conclude la LAV – soprattutto in casi come questo, dove le responsabilità non sono certo imputabili ai cinghiali.

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