Demenza nel cane: ogni anno il rischio aumenta del 50%, soprattutto se i proprietari commettono questo errore

Un recente studio scientifico ha dimostrato come anche i cani siano esposti a malattie neurodegenerative quali la demenza. Con l'avanzare dell'età il rischio aumenta del 50% tra la popolazione canina, vi sono tuttavia alcuni fattori determinanti nel prevenire condizioni di questo tipo

La demenza o declino cognitivo è una condizione neurodegenerativa molto nota tra noi esseri umani, ma non molti sono a conoscenza del fatto che questa patologia interessa anche i nostri amici a quattro zampe con un’incidenza superiore al 50% ogni anno che passa.

A renderlo noto è uno nuovo studio pubblicato di recente sulla rivista Scientific Reports. Nell’ambito del programma Dog Aging Project un team di ricercatori ha somministrato due questionari ai proprietari di 15.019 cani a partire dall’anno 2018, chiedendo loro di descrivere il livello di energia e attività dei propri cani e il comportamento di questi nel quotidiano.

Molti quesiti interrogavano le famiglie su eventuali dimenticanze da parte del cane come, ad esempio, la difficoltà a riconoscere volti familiari. Tenendo conto dell’età, del sesso, della taglia, della razza e della sterilizzazione, gli studiosi hanno assegnato a ciascun cane un punteggio da 16 a 80 dove valori superiori al 50 indicavano la presenza di declino cognitivo nel cane.

I risultati hanno mostrato come nel 2020 l’1.4% dei cani fosse affetto da demenza. Ma, con lo stupore degli esperti, il fattore di rischio aumentava dell’oltre 50% ogni anno di più prima del compimento dei 10 anni di età. Anche nei cani la demenza è legata infatti all’avanzare dell’età.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che queste probabilità erano di gran lunga maggiori nei cani che conducevano una vita sedentaria. Complici sicuramente altri piccoli acciacchi e problemi di salute negli animali più anziani. L’errore più grande che un proprietario possa fare per il suo cane è quello di concedere poco e scarso movimento.

Lo studio ha gettato nuova luce su una condizione sottovalutata nella sfera canina ma che in realtà è più comune rispetto a quanto potessimo immaginare tra i cani. Sebbene non esista ancora una cura per la demenza sia nei cani che negli umani, questa ricerca ha dimostrato quanto l’attività fisica e intellettuale giochino un ruolo fondamentale nella prevenzione di malattie simili.

Poiché i nostri amici a quattro zampe condividono con noi lo stesso ambiente, una maggiore interazione e una maggiore stimolazione delle loro facoltà cognitive potrebbe avere effetti benefici anche sul cervello umano e contribuire a ridurre il rischio di demenza, aiutando le persone anziane a mantenere allenata la mente.

Fonte: Scientific Reports

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