Sindrome del cuore infranto: quando il dolore spezza il cuore, anche per la perdita di un cane

Questa è la storia di Joanie Simpson che è quasi morta di crepacuore alla perdita del proprio cagnolino.

L’amore per un cane? Grande e incommensurabile e non c’è alcun dubbio. Porta coccole e gioia, un sorriso quando manca e un motivo in più per cominciare una giornata. Anche la nostra salute ottiene grandi benefici quando abbiamo tra i piedi un amico a quattro zampe ed è certo tanto che molti studi scientifici hanno dimostrato come un animale domestico sia davvero un concreto aiuto per il nostro benessere.

E ci sta tutta, allora, se la loro perdita sia sinonimo di grande depressione, un vero e proprio lutto da elaborare, duro e difficile da superare.

Non tutti lo comprendono, non tutti sanno di che si parla, non tutti conoscono la portata dell’impatto emotivo della perdita del proprio cane e non tutti sanno come affrontare il lutto per la perdita di un animale da compagnia.

Questa è la storia di Joanie Simpson che è quasi morta di crepacuore alla perdita del proprio cagnolino.

Secondo quanto riporta la rivista New England Journal of Medicine, la 61enne texana si è svegliata una mattina pochi giorni dopo la morte del suo piccolo Meha con un forte dolore al petto e altri sintomi simili a un infarto. La donna, che già soffriva di ipertensione e ipotiroidismo, si era in pratica presentata al dipartimento di emergenza con l’inizio di un dolore toracico grave.

Una volta arrivata al Texas Medical Center di Houston, gli esami cui è stata sottoposta hanno escluso un attacco cardiaco in corso ed è stata piuttosto formulata una diagnosi di “cardiomiopatia di Takotsubo” (“sindrome tako-tsubo”, o anche “cardiomiopatia da stress” o “sindrome del cuore infranto”), da associare nella maggior parte dei casi alla morte di un familiare. I suoi sono i sintomi tipici di un infarto ed è scatenata solo nelle donne da eventi drammatici.

In questo caso, a provocare il “cuore infranto” della Simpson è stata proprio la morte del suo Yorksire Terrier, Meha: “ero inconsolabile, mi ha veramente colpito molto, racconta Joanie. Mio figlio era stato sottoposto a un intervento chirurgico, mio genero aveva perso il lavoro e la morte di Meha, che stava lentamente guarendo da una malattia e io ero convinta che riuscisse a guarire mi ha sconvolta”.

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Sconvolti. È questo il termine esatto. La perdita del proprio amico peloso è pari a quella di un familiare e non bisogna avere timore di ammetterlo né di manifestare il proprio sconforto. Fanno parte di noi e della nostra casa, è giusto vivere le emozioni anche negative.

Germana Carillo

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