Vittoria! Allevatore di cani destinati al macello in Corea del Sud dice stop all’orrore dopo quasi 30 anni

"Basta allevare cani da uccidere per la loro carne, coltiverò cavoli": la storia di questo allevatore sudcoreano, che è stato complice di una crudeltà senza fine, è la conferma che non è mai troppo tardi per iniziare a fare scelte migliori (e salvare gli animali)

Per 27 anni ha allevato cani condannati ad un destino raccapricciante: quello di diventare carne da macello. Adesso, però, il signor Yang ha deciso di dire basta – una volta per tutte – a questo scempio, aderendo al programma Models for Change di Humane Society International/Korea, lanciato con lo scopo di porre fine all’industria della carne di cane in Corea del Sud.

I 200 amici a quattro zampe – fra cui parecchi cuccioli – rimasti nell’allevamento non finiranno in nessun piatto, ma saranno trasferiti negli Stati Uniti, dove inzieranno una nuova vita insieme alle famiglie che vorranno adottarli.

Non è mai troppo tardi per dire basta alla crudeltà

Quello della città di Asan-si è il 18esimo allevamento di cani destinati al macello chiuso grazie agli sforzi dell’organizzazione Humane Society International, che si occupa di tutela degli animali. Nello stabilimento lager il signor Yang ha allevato i cani destinati al consumo umano per quasi 30 anni, senza farsi problemi. Di recente, però, si è convinto che è giunta l’ora di dire addio all’era di questa crudeltà.

allevamento carne cani corea

@Humane Society International/Korea

Nei primi anni dell’industria, nessuno denunciava gli allevamenti di cani da carne per violazioni o disapprovava l’industria. Ma con il passare del tempo, sono apparsi gruppi animalisti come HSI/Korea; il mondo sta cambiando, così come il popolo coreano. Sono un membro dell’associazione degli allevatori di cani e so come sta andando la Dog Meat Task Force. – spiega l’allevatore – Il risarcimento e il periodo di transizione sono i problemi attuali. Ma a prescindere dalle raccomandazioni della Task Force, avevo comunque intenzione di lasciare il settore tra qualche anno; quindi, quando ho parlato con HSI/Korea ho capito che era una buona occasione per mollare subito.

Ora anche l’uomo è pronto a dedicarsi interamente a un’attività, che non si basa sullo sfruttamento e sulla crudeltà. Quale? L’agricoltura!

Ho intenzione di continuare a coltivare cavoli e di condividere i miei raccolti con la popolazione locale. – chiarisce – HSI salverà gli animali e io aiuterò la gente con i miei cavoli.

Dall’inizio del programma lanciato da Humane Society International, oltre 2.700 cani sono stati salvati e hanno trovato famiglie adottive negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e, in piccola parte, in Corea del Sud.

Ora il signor Yang è felice gli ultimi animali rimasti nel suo allevamento potranno vivere senza più paure.

Lavorando con HSI/Korea sono rimasto sorpreso e illuminato dal modo in cui il team interagisce con i cani. –ammette – Anche con i vestiti ricoperti di escrementi di cane, continuavano a sorridere e a parlare gentilmente con i cani senza alcun dispiacere. Sono rimasto un po’ scioccato. Ho capito che HSI attribuisce agli animali un valore molto più alto di quello che gli ho attribuito io, che ho avuto a che fare con i cani per quasi 30 anni. Sono felice che questi cani vadano in un buon posto e non mi fa piacere vederli morire. Mi dispiace per loro”.

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Verso la messa al bando dell’industria della carne di cane in Corea del Sud

Soltanto in Corea del Sud si stima che circa un milione di cane vengano allevati – spesso in condizioni terrificanti – in migliaia di allevamenti lager per essere uccisi (per elettrocuzione) e finire sulle tavole, dopo una breve esistenza in gabbia, senza assistenza veterinaria adeguata e stimoli.

Tutto questo è ancora legale nel Paese asiatico, ma negli ultimi tempi c’è stato qualche timido segnale che fa sperare in una messa al bando di questa crudele pratica.

Lo scorso anno, infatti, la First Lady Kim Keon-hee si è espressa pubblicamente a favore di un divieto. E anche i sondaggi più imostrano che la maggior parte dei sudcoreani (85%) non mangia carne di cane, mentre il 56% è favorevole all’abolizione della macellazione di questi animali domestici.

Nel dicembre 2021, il Governo ha creato una task force per presentare raccomandazioni sulla questione ma, a seguito di ripetuti ritardi, HSI/Korea sta sollecitando le autorità ad avviare un programma di dismissione ispirato a Models for Change, un programma che coinvolge gli allevatori che vogliono uscirre dal settore, aiutandoli a passare a mezzi di sostentamento alternativi e non crudeli. Noi ci auguriamo che tanti possano seguire al più presto il buon esempio del signor Yang.

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Fonte: Humane Society International 

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