La bufala dell’invasione dei calabroni asiatici in Italia

Smentita la notizia della presenza di calabroni asiatici a Grottaferrata.

La bufala del calabrone asiatico che ha seminato terrore

A Roma allarme calabroni asiatici, i calabroni “killer” che hanno mandato in shock anafilattico un sessantaseienne di Grottaferrata (ora fuori pericolo). Si è gridato subito alla “immigrazione” di insetti dalla Cina (fa niente che, però il calabrone asiatico, al secolo “vespa velutina”, sia originario del Sud-Est Asiatico), non considerando che non era vero niente di tutto ciò.

Nei giorni scorsi, infatti, la notizia che aveva procurato grandi allarmismi a Grottaferrata era che due nidi di calabroni asiatici – di dimensioni molto grandi e con un veleno capace di mandare in shock anche persone non allergiche – stavano seminando il panico.

“Complice” anche l’ignaro sindaco Luciano Andreotti, che in un post su Facebook aveva invitato “tutta la cittadinanza a prestare molta attenzione”. Da lì a scatenare il panico è un attimo: a Grottaferrata, infatti, l’episodio del 66enne ha fatto il resto, col timore che si trattasse di una specie che in Giappone viene chiamata “yak-killer”.

Una grandissima confusione, insomma, alimentata da post, immagini e articoli sbagliati (nel post del 18 settembre Andreotti si riferiva alla Vespa velutina, la foto era di Vespa mandarinia, ma in realtà non si trattava né dell’una né dell’altra), e che per fortuna ha attirato l’attenzione degli esperti naturalisti, che sui social hanno icercato di fare chiarezza.

La smentita

“I nidi sono attribuibili quasi certamente a comuni esemplari di Vespa crabro”, così si è letto immediatamente sulla pagina di Arthopedia, ma dal Comune di Grotteferrata, forse, ci è voluto un po’ più di tempo per capirlo.

Rimosso il nido di calabroni e bonificata l’area attorno a via Cardinal Bessarione, località Campovecchio, gli insetti “dopo le verifiche effettuate, sono risultati essere calabroni di grosse dimensioni (esemplari di vespa crabro) generalmente diffusi in Europa e Nordamerica”, si legge nell’aggiornamento.

Insomma, nessun calabrone asiatico ma una comunissima Vespa crabro.

La vespa velutina o calabrone asiatico

In Europa le vespe velutine si sono diffuse innanzitutto Francia nel 2004, quando per errore fu introdotta nei pressi di Bordeaux una regina feconda dalla quale cominciò la colonizzazione. Si tratta in particolare della sottospecie “velutina nigrithorax”, nota come calabrone asiatico dalle zampe gialle o calabrone dalle zampe gialle (ciò che visivamente la distingue dal calabrone europeo).

Dalla Francia ha raggiunto la Spagna, il Portogallo, il Belgio e l’Italia. Qui è stata maggiormente colpita la Liguria, ma molte segnalazioni sono state fatte anche in Piemonte, nella provincia di Cuneo, mentre avvistamenti isolati sono stati registrati anche nel nord della Toscana.

È un imenottero piccolo (raggiunge al massimo i 3 centimetri di lunghezza contro i 5 centimetri della specie europea) e ha antenne nere.

Soltanto le femmine di Vespa velutina hanno il pungiglione, con il quale possono iniettare una discreta quantità di veleno e causare anche shock anafilattico, asfissia o collasso cardiocircolatorio. Paradossalmente, il calabrone asiatico è un pericolo anche per le api e per l’impollinazione in generale: cattura soprattutto l’ape domestica (Apis mellifera), e quando ne intercetta gli apiari li sottopone a una pressione predatoria molto forte. Un singolo esemplare di Vespa velutina può catturare e smembrare un’ape ogni 10 secondi. Le api sono così spaventate dalla loro presenza spesso smettono di uscire dall’alveare, compromettendo l’impollinazione, tutta la colonia e anche l’attività degli apicoltori.

Cosa fare se si avvista un calabrone asiatico

Si può inviare una segnalazione sul sito del progetto LIFE STOPVESPA, i cui esperti monitorano la distribuzione del calabrone sul territorio nazionale. In ogni caso è sempre bene contattare un esperto.

Qui trovate la nostra simpatica guida per riconoscere gli “insetti pungenti”.

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Germana Carillo

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