Caccia: apre in anticipo la stagione venatoria. A rischio la biodiversità

Comincia domani 1° settembre e non la terza domenica del mese la stagione venatoria in molte regioni d’Italia. Non ci stanno gli animalisti.

Comincia domani 1° settembre e non la terza domenica del mese la stagione venatoria in molte regioni d’Italia. Si spara in anticipo, quindi, in quasi tutto il Paese, contro specie di avifauna le cui popolazioni sono già fortemente in declino e in barba al turismo naturalistico, alla sicurezza delle persone e alle leggi.

Un calendario venatorio, insomma, che non tiene conto dei piccoli di alcune specie che ancora sono immaturi o dipendenti dai genitori e a discapito di una biodiversità sempre più provata dai cambiamenti climatici e da una crisi ambientale sempre più forte.

Si spara anche contro la legge, contro i TAR, contro il Consiglio di Stato, contro le direttive UE, contro le istituzioni: la Commissione Europea aveva chiesto all’Italia, a luglio, di escludere dalla caccia la pavoncella e il moriglione, per il loro pessimo stato di conservazione, ma finora  solo la Sicilia ed il Molise hanno risposto alla lettera inviata dal Ministro dell’Ambiente, adeguando in tal senso i loro calendari venatori”, scrivono dall’Enpa.

Tra le Regioni che hanno concesso la preapertura delle attività venatorie ci sono: il Piemonte (spari concessi già nelle giornate del 2, 4, 7, 9, 11, 14 settembre) il Veneto (1, 2, 4, 8 e 9 settembre), il Molise e la Puglia (1, 8, 11, 14 settembre), l’Emilia-Romagna (1, 5, 8, 12 settembre), la Basilicata (1, 4, 8, 11, 14) e la Campania (1, 2, 5, 8, 12).

Minaccia azioni legali il Wwf, secondo cui gli amministratori delle Regioni devono assumersi le proprie responsabilità, politiche, legali ed economiche, dinanzi ai cittadini, all’Europa e alla natura. È per questo che sono stati avviati “diversi ricorsi, due dei quali hanno già avuto esito positivo: tra il 27 e il 28 agosto i Tribunali amministrativi di Abruzzo e Marche, con un decreto cautelare ‘urgente’ hanno bloccato le preaperture, ritenendo che nel bilanciamento dei diversi interessi, appare prevalente l’interesse pubblico generale alla conservazione della fauna selvatica per cui deve disporsi la sospensione interinale degli atti impugnati. Molti giorni di caccia in meno e migliaia e migliaia di animali salvati”, dice il Wwf, evidenziando come non sia possibile fare una classifica perché “molte regioni pubblicano i calendari venatori sempre più tardi, rispetto al 15 giugno data stabilita dalla legge 157/1992. Per esempio l’Abruzzo ha deliberato il 14 agosto e la Toscana che, addirittura, ha approvato la preapertura al 1/o settembre, il 27 agosto”.

Preaperture illeggittime

L’articolo 18 della legge nazionale sulla tutela della fauna e regolamentazione della caccia n.157 del 1992 prevede che le preaperture possano essere concesse solo a precise condizioni, a cominciare dalla vigenza del Piano Faunistico Venatorio Regionale che deve rispecchiare lo stato della fauna e sentire il parere dell’ISPRA.

Ancora una volta, dunque, si apre anticipatamente una stagione venatoria fuorilegge, che ucciderà quel patrimonio indisponibile dello Stato e della comunità internazionale costituito dalla fauna selvatica. È urgente riportare il nostro Paese nella legalità, al rispetto delle regole, della scienza, del buonsenso: questa è un’urgenza indifferibile per una politica responsabile. In un Paese maturo non dovrebbe essere necessario per le associazioni, che rappresentano milioni di cittadini italiani, ricorrere ogni anno ai tribunali per gli stessi motivi e per le stesse violazioni su cui i giudici si sono già numerose volte espressi bocciando l’operato degli enti locali”, concludono dall’Enpa.

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Germana Carillo

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