Nasce in Sicilia la prima aquila di Bonelli, specie a rischio estinzione in Italia, da individuo monitorato con satellite

Una bellissima notizia, è nata in Sicilia la prima aquila di Bonelli, una delle specie più a rischio estinzione in Italia, da individuo monitorato con satellite

Una bellissima notizia, è nata in Sicilia la prima aquila di Bonelli,  una delle specie più a rischio di estinzione in Italia, da individuo monitorato con satellite. Il suo papà è Bart, è davvero premuroso. E ha una storia emozionante che vale la pena di raccontare.

Bart è un maschio di aquila di Bonelli che, da giovanissimo, vola con un piccolo trasmettitore satellitare montato sul groppone, monitorato h.24 negli spostamenti. E’ nato nel 2017 nella provincia di Catania e, dopo un periodo di dispersione relativamente breve, si è stabilito nella stessa provincia, in un territorio storicamente mai occupato prima dalla sua specie.

Bart è un “miracolato”: due anni fa rimase intrappolato per ore in una profonda cisterna, fortunatamente senz’acqua, e fu salvato dall’equipe del LIFE ConRaSi, accortasi, dall’analisi dei tracciati satellitari, di una situazione anomala e probabilmente di pericolo.

A quasi due anni d’età Bart aveva già tentato di riprodursi ma, sessualmente immaturo, aveva fallito nell’impresa. Quest’anno, ad inizio stagione riproduttiva, almeno 4 aquile equipaggiate con i trasmettitori dal Life ConRaSi hanno mostrato chiari segnali di occupazione stabile di un territorio.

Le verifiche sul campo hanno permesso di constatare la formazione di alcune coppie che hanno costruito i loro nidi e deposto uova. Ai primi di aprile, durante le consuete attività di monitoraggio, gli operatori del Life ConRaSi hanno osservato Bart e la sua nuova compagna prendersi cura di un pulcino. La prima osservazione è avvenuta proprio nel momento in cui il pullo veniva accudito dal padre, premurosissimo.

Si tratta del primo pulcino nato in Sicilia da individui di aquila di Bonelli equipaggiati con trasmettitore satellitare. Infatti è dal 2017 che una squadra di tecnici italo-spagnola del Life ConRaSi ogni anno (tranne nel 2020 a causa della pandemia) ha “marcato” (con anelli colorati alle zampe che ne consentono l’identificazione a distanza e con trasmettitori satellitari GSM/GPS sulla groppa) 28 giovani aquile, consentendo di raccogliere una quantità di dati sull’area di dispersione dei giovani nati, sulle caratteristiche ecologiche della specie, sui cosiddetti “tassi di sopravvivenza”, rappresentativa degli ambienti mediterranei e a rischio d’estinzione in Italia. Tutte informazioni indispensabili alla scelta delle misure di conservazione più efficaci.

Purtroppo, il prelievo di rapaci da parte dei bracconieri non si è mai del tutto arrestato e anzi, negli ultimi anni, ha assunto proporzioni preoccupanti, tornando ai livelli degli anni ’70-’80. In alcune stagioni sono scomparsi dai nidi dal 30 al 50 % dei pulli. Specifiche azioni di Polizia Giudiziaria hanno certificato che i rapaci venivano prelevati dai falconieri, per alimentare i mercati esteri.

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