Le api hanno bisogno di generazioni per “guarire” dagli effetti dell’esposizione agli insetticidi

Un nuovo studio dimostra una riduzione dell’abilità riproduttiva degli insetti e altri impatti negativi per la sopravvivenza della specie

Un nuovo studio dimostra una riduzione dell’abilità riproduttiva degli insetti e altri impatti negativi per la sopravvivenza della specie

Potrebbero volerci molte generazioni di api per riprendersi dai danni di una singola esposizione agli insetticidi chimici, secondo un nuovo studio condotto dall’Università California Davis. Finora precedenti ricerche hanno evidenziato i danni provocati dai pesticidi sull’ambiente e sulla biodiversità, mentre poco si sa sugli effetti che queste sostanze hanno per gli insetti nel lungo periodo.

La ricerca dimostra che anche una singola esposizione agli insetticidi avvenuta nel primo anni di vita di un’ape ne pregiudicherà per sempre la capacità riproduttiva e avrà effetti anche sui suoi discendenti, ma non solo: visto che gli effetti dei pesticidi sono cumulativi, questi risulteranno nel generale declino della popolazione di questi insetti. Per dimostrare fino a che punto i danni ambientali inflitti alle api passano attraverso le generazioni (il cosiddetto Effetto Carryover), i ricercatori hanno condotto un esperimento sul campo durato due anni, in cui hanno analizzato come l’ape del frutteto blu (Osmia lignaria) – un’ape selvatica e solitaria – reagisce all’esposizione ai pesticidi – in particolare ai neonicotinoidi, un tipo di pesticidi molto tossici, il cui utilizzo è vietato nell’Unione Europea (ma non la loro produzione: infatti enormi quantità di queste sostanze vengono annualmente esportate dall’UE). Negli Stati Uniti sono più di 40 i prodotti destinati alla vendita contaminati da questi pesticidi, secondo un’indagine condotta dal National Pesticide Information Center.

Questo pesticida è presente in tutto il tessuto della pianta e ha conseguenze sul sistema nervoso delle api: le api esposte solo quando erano larve, hanno dimostrato una riduzione della loro capacità riproduttiva pari al 20%, rispetto alle api che non sono mai state contaminate dalla sostanza; quelle esposte un’unica volta da adulte hanno una fertilità del 30% inferiore, mentre le api esposte più volte al contatto con i pesticidi hanno una fertilità ridotta del 44%.

I pesticidi, soprattutto nelle aree agricole, sono usati molte volte in un anno e tutti gli anni – spiega Clara Stuligross, autrice dello studio. – Questo ci fa comprendere cosa voglia effettivamente dire per la popolazione delle api: l’esposizione a queste sostanze riduce la capacità riproduttiva delle api, e anche l’esposizione avvenuta in giovanissima età o dalla generazione precedente ha effetti sulla vita adulta di questi insetti. Gli effetti dei pesticidi di accumulano e si moltiplicano nel tempo: basta anche solo una piccola serie di esposizioni alle sostanze per infliggere danni profondi a tutta la popolazione.

Più riusciamo a comprendere in che modo i pesticidi si accumulano nell’ambiente e che danni provocano sulle popolazioni di insetti, meglio sarà possibile prevedere i rischi derivanti da un loro utilizzo: ridurre il più possibile l’esposizione degli insetti ai pesticidi è l’unica soluzione per limitare l’effetto carryover e salvare gli ecosistemi. 

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Fonti: The Guardian / PNAS

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