Lupo sbrana uno dei pony di Ursula von der Leyen, cosa succederà ora ai predatori nei confini europei?

A uccidere un pony di Ursula von der Leyen è stato proprio un lupo. L'episodio, verificatori a settembre, riaccende le accanite discussioni sul predatore nei territori europei. Una convivenza serena e pacifica con il lupo appare un obiettivo ancora troppo lontano

Il lupo è ancora al centro del dibattito in Italia come nell’Unione europea dopo che di recente alcuni esami del DNA hanno confermato che a uccidere uno dei pony tanto amati da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, è stato proprio un lupo.

I fatti risalgono agli inizi di settembre quando Dolly, un pony di 30 anni di proprietà della von der Leyen, è stato trovato morto nel suo paddock a Burgdorf, in Bassa Sassonia, Germania. Sbranato da un lupo maschio identificato come GW950m e appartenente a uno dei branchi registrati nella zona.

Il lupo GW950m era stato già accusato di precedenti attacchi a pecore, bovini e cavalli degli allevatori di Burgdorf.

Nel Bundesland tedesco è stata segnalata da tempo la presenza dei grandi carnivori. Tuttavia la popolazione di lupi sarebbe in aumento. Attualmente vi sarebbero circa 30 branchi nella regione. Lo stesso nella Sassonia-Anhalt, uno dei Bundesländer limitrofi, dove i branchi sono invece 24.

L’intera vicenda riaccende così una questione già estremamente delicata: la conflittuale coesistenza con il lupo per la quale si sono valutate proposte di ogni tipo. Una fra queste ridurre il rigido status di protezione di cui la specie selvatica gode a livello internazionale.

Sarebbe stata proprio la von der Leyen, grande appassionata di pony e cavalli, a chiedere di riesaminare lo stato di protezione del lupo.

Non molti giorni fa il Parlamento europeo ha infatti adottato una risoluzione che punta a modificare la tutela del predatore in determinate regioni. Ciò potrebbe consentire dunque l’abbattimento di un numero prestabilito di esemplari. (Leggi anche: Caccia al lupo: il Parlamento europeo apre all’abbattimento, favorevole a ridurre lo stato di protezione del predatore)

Ma è questa la via da percorrere? Assolutamente no. E non appare chiaro nemmeno al ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida che in Alto Adige ha chiesto “soluzioni pragmatiche” per lupi e orsi, specie “dannose” per gli allevatori nazionali.

Un dialogo aperto, trasparente e in definitiva orientato agli obiettivi sulla gestione del lupo, la protezione del gregge e gli animali da pascolo è importante, ha dichiarato Christian Meyer, ministro dell’Ambiente della Bassa Sassonia.

Ma gli obiettivi non possono contemplare l’abbattimento. Attenti al lupo cantava Lucio Dalla, ma invece che al grande carnivoro dovremmo fare più attenzione a noi esseri umani.

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