Cos’è questa storia delle scimmie infette e pericolose per l’uomo (e perché c’entra la sperimentazione sugli animali)

Alcune scimmie importate negli Stati Uniti sono risultate infette da pericolosi batteri e tutto è collegato al commercio internazionale di animali destinati alla sperimentazione e al modo in cui le richieste hanno spinto il contrabbando, strappando molti primati a rischio estinzione dal loro habitat

Sono migliaia i primati che vengono importati ogni anno negli Stati Uniti dai Paesi stranieri. Uno tra questi è la Cambogia, ultimamente al centro dei riflettori dopo che delle scimmie provenienti da questi territori trasportate negli States sarebbero risultate infette, rappresentando un elevato rischio per l’essere umano.

I Centers for Disease Control and Prevention (CDC), centri di prevenzione delle patologie, avrebbero riscontrato infatti agenti patogeni mortali, batteri zoonotici e virus. Tra questi il batterio Burkholderia pseudomallei, “l’agente eziologico della melioidosi, una patologia infettiva diffusa soprattutto a livello delle latitudini tropicali tra 20° Nord e 20° Sud, che comprendono l’Asia sudorientale e l’Australia settentrionale e casi documentati anche in Madagascar e in alcuni stati dell’America centrale e meridionale” spiegano i microbiologi.

Non è difficile immaginare come questo batterio sia stato introdotto negli Stati Uniti ossia attraverso il  commercio internazionale di animali da laboratorio, scimmie in questo particolare caso originarie dalla Cambogia, catturate spesso in maniera illegale da contrabbandieri e rivendute per diventare cavie in esperimenti sadici.

Negli ultimi anni il trasporto di macachi selvatici dalla Cambogia è quasi triplicato. Nel 2021, secondo quanto riporta il The Guardian, i macachi cambogiani importati negli Stati Uniti erano quasi 18.900.

Per questo alcune ONG, tra cui la PETA, ribadiscono l’urgenza di sospendere immediatamente l’esportazione di scimmie destinate alla sperimentazione. Nel gennaio 2021, come reso noto da un case report, 360 macachi dalla Cambogia sono stati messi in quarantena. Uno di questi era infetto da Burkholderia pseudomallei ed è stato soppresso. Stessa sorte è toccata ad altri macachi consegnati in America in diversi blocchi successivi.

C’è poi un’altra realtà sconcertante. Viste le continue richieste da parte del mondo della scienza, moltissimi dei primati acquistati per la ricerca potrebbero essere specie selvatiche a rischio estinzione, vendute come animali nati in cattività. In un recente comunicato il Department of Justice del Southern District of Florida avrebbe riscontrato delle violazioni del Lacey Act e dell’Endangered Species Act circa il contrabbando di macachi di Giava dalla Cambogia.

La PETA ha perciò chiesto un resoconto completo ai laboratori che dal 2018 ha ricevuto questi macachi da due noti importatori di primati statunitensi, Inotiv e Worldwide Primates. Le scimmie, oltre che infette, potrebbero essere state trafficate illegalmente.

Nessuna scimmia dovrebbe essere sottoposta alla vita in un laboratorio per nessun motivo; la vile attività di sperimentazione deve finire ora e i laboratori dovrebbero iniziare inviando primati trafficati in modo illecito ai santuari, ha dichiarato Kathy Guillermo della PETA.

Tutto questo per un brutalità chiamata sperimentazione animale.

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Fonte: PETA

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