La Colombia vuole eradicare gli ippopotami dal suo territorio, lo ha deciso un Tribunale

Gli ippopotami minacciano l’ambiente: per questo la giustizia colombiana ha ordinato di eradicare il branco di ippopotami che popola il nord-est del Paese. Tra le misure, la sterilizzazione ma anche la caccia “controllata”

Troppi e pericolosi ippopotami: secondo quanto stabilito dalla giustizia colombiana, il Paese eradicherà il branco di ippopotami che popola il nord-est del Paese. Tra le misure, la sterilizzazione ma anche la caccia “controllata”.

Facciamo un passo indietro: tra gli anni ’70 e gli anni ’80 il famoso narcotrafficante Pablo Escobar importò, probabilmente dall’Africa, 4 esemplari e da allora la popolazione di ippopotami colombiani, l’unica fuori dal continente africano, è arrivata a circa 160 individui.

Come tutte le importazioni di specie aliene, il risultato non può che essere deleterio per l’ambiente. Infatti gli animali importati, non essendosi evoluti in quell’ambiente, mediamente non hanno predatori o comunque si adattano ad habitat per i quali la natura non li aveva “previsti”, quindi in condizioni di non equilibrio.

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E la comunità di ippopotami colombiani non è da meno: si assiste infatti da tempo a un prolungato problema ambientale nella subregione Magdalena Medio di Antioquia, dove la presenza e la riproduzione incontrollata degli ippopotami sta creando non pochi problemi all’ambiente e alle comunità locali.

Per questo il Tribunale amministrativo di Cundinamarca ha ordinato la loro completa eradicazione, in assenza, tra l’altro, di adozione da parte delle autorità di misure efficaci per controllare la popolazione di questi animali, soprattutto nel comune di Puerto Triunfo.

Secondo quanto riferito dai media locali,  la presenza degli ippopotami rappresenta una minaccia significativa per la biodiversità locale: specie autoctone come lontre, tartarughe, lamantini, pesci gatto striati, mammiferi, uccelli e piante, sono colpite da questa specie invasiva. Ma, nonostante le prove scientifiche avevamo già dimostrato l’impatto ambientale negativo, le autorità non hanno mai attuato azioni per fermarne la proliferazione.

I magistrati del Tribunale hanno analizzato queste argomentazioni, e hanno infine concluso che le autorità ambientali devono adottare misure per eradicare la specie, con il consenso della comunità scientifica, che ha effettuato diversi studi su questi esemplari dal 2007 al 2024, valutandone caratteristiche, provenienza e impatto ambientale.

Le azioni autorizzate dovranno essere portate avanti a lungo termine, ma anche nel breve periodo: il Tribunale ha infatti ordinato al Ministero dell’Ambiente colombiano di regolamentare le misure per eradicare la specie nei prossimi tre mesi.

Tra queste sono autorizzate le sterilizzazioni ma anche la “caccia controllata”. Inoltre, dovranno essere stabilite linee guida per la sua esecuzione e lo smaltimento delle salme, tenendo conto dei principi dell’equilibrio ecologico, del benessere degli animali e del divieto di trattamenti crudeli.

La sentenza della Corte ha infine disposto il tracciamento e la perquisizione degli animali nei luoghi in cui è nota la loro presenza, al fine di impedirne l’espansione, e il governo del Paese dovrà finanziare programmi di ricollocazione e sterilizzazione degli ippopotami catturati, alcuni dei quali saranno portati nel Parco Tematico Hacienda Nápoles, il quale però dovrà essere esteso per accogliere gli esemplari.

Si tenga presente che la sterilizzazione degli ippopotami è tutt’altro che semplice e di certo non economica: infatti sia i maschi che le femmine hanno gli organi genitali all’interno e l’anestesia non può durare più di 1 ora. E ovviamente, se l’animale si svegliasse prima della fine dell’intervento, quasi sicuramente aggredirebbe il personale veterinario.

Ancora una volta gli errori degli uomini vengono pagati, a caro prezzo, dagli animali.

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