Ancora un lupo ucciso a colpo di armi da fuoco, stavolta nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio

Orrore nel Parco Nazionale dello Stelvio dove un lupo è stato trovato senza vita, ucciso a a fucilate. Si tratta del primo gravissimo atto di bracconaggio all'interno dell'area protetta, un gesto che annulla tutti gli sforzi di protezione della specie su cui l'Ente Parco lavora al fianco della comunità

Non c’è pace per il lupo nel nostro Paese. Un altro esemplare è stato ucciso a fucilate nei giorni scorsi. Questa volta siamo nel Parco Nazionale dello Stelvio in località Pradaccio, nel Comune di Valfurva, dove è stata ritrovata la carcassa del predatore selvatico a bordo strada.

Il corpo è stato sequestrato dalle autorità preposte e consegnato all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Sondrio che ha confermando che la morte del lupo è avvenuta a seguito di un colpo di arma da fuoco, un proiettile di grosso calibro. L’animale era un maschio adulto di circa 2 anni in buone condizioni di salute.

Nemmeno una settimana fa un lupo era stato ucciso in Trentino. A inizio mese un altro lupo era stato freddato invece nel Parco del Matese.

Quanto accaduto è inaccettabile. Si tratta del primo atto di bracconaggio all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, un’area protetta dove questa specie, come tutte le altre, non dovrebbe correre questo rischio. Invece non è così, malgrado tutte le azioni intraprese dall’Ente Parco.

Il Parco Nazionale dello Stelvio aveva organizzato una serie di incontri informativi con i cittadini sull’ecologia del lupo, la situazione nel nostro territorio e le strategie di convivenza con questa specie. Come confermano i fatti, però, bisogna insistere ancora di più su questi punti.

Il grave fatto, avvenuto nel territorio di Valfurva, è un importante segnale di quanto la coesistenza fra lupo e attività antropiche rappresenti un topic sul quale c’è molto ancora da lavorare. Il ritorno del lupo nell’area protetta è un importante indicatore dello stato di salute dell’habitat e un tale gesto vanifica gli sforzi compiuti dal Parco, dalle istituzioni e dalle comunità locali per “re-imparare” a convivere con il predatore, ha scritto l’Ente Parco sul suo canale Facebook.

In Italia si continuano a uccidere lupi come se niente fosse nonostante il predatore sia tutelato dalla legge 157/92, dalle convenzioni internazionali e dalla direttiva europea Habitat. Nella Penisola sono stati registrati oltre 3300 lupi e sebbene la sua popolazione sia in aumento rispetto agli anni passati, anche le minacce non fanno che aumentare.

Lo dimostra l’accanimento ingiustificato verso questo predatore che, al contrario di quanto si pensi, è un animale indispensabile per l’ambiente.

Il lupo rappresenta un elemento fondamentale degli ecosistemi naturali e la conservazione di questa specie comporta un beneficio per tutte le altre componenti ambientali ad essa interrelate. Il grave gesto, oltre che inutile dal punto di vista ecologico, non ha giustificazione alcuna, ha dichiarato il direttore del Parco Nazionale dello Stelvio Franco Claretti.

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Fonte: Parco Nazionale dello Stelvio

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