Lo scatto è il simbolo di tutti i rettili presenti sul Pianeta, molti dei quali a serio rischio di estinzione
Lo scatto è il simbolo di tutti i rettili presenti sul Pianeta, molti dei quali a serio rischio di estinzione
Photo Ark è un progetto del fotografo naturalista Joel Sartore, che in 15 anni è riuscito a collezionare scatti di 12.000 specie animali a rischio di estinzione provenienti da tutto il mondo – un documento che testimonia quanto sia ricca e variegata la biodiversità sul nostro Pianeta, ma anche un monito a fare qualcosa in più per la difesa della natura. L’obiettivo del fotografo è quello di documentare le circa 20.000 specie di animali a rischio che vivono negli zoo o nelle aree protette in giro per il mondo.
Sartore ha iniziato nel 2006 dalla sua terra natale, Lincoln (Nebraska). Da allora, ha visitato più di 50 Paesi e fotografato migliaia di animali – dal gufo reale arabo al leopardo, dal ghepardo sudafricano alla gazzella delle sabbie – per il suo massiccio “archivio” della biodiversità globale: non importa la grandezza, ogni animale è trattato con lo stesso rispetto e lo stesso amore dal fotografo. Il risultato è una serie di ritratti splendidi, bellissimi ma anche commoventi, che mostrano quando la natura possa essere maestosa e fragile allo stesso tempo.
Attualmente sono circa 35.000 le specie animali e vegetali che rischiano l’estinzione – spiega il fotografo. – Dobbiamo tenere alta la guardia e sensibilizzare le persone affinché si muovano in tempo per salvare il Pianeta, prima che sia troppo tardi. Decine di specie si estinguono ogni giorno, soprattutto a causa dei danni inflitti dall’uomo: deforestazione, distruzione degli habitat, inquinamento e cambiamento climatico.
(Leggi anche: Il picchio dal becco d’avorio e gli altri 21 animali dichiarati ufficialmente estinti negli Stati Uniti)
Il 12.000esimo animale che va ad aggiungersi alla raccolta di Sartore è un esemplare di cobra arabo (Naja arabica), tipico di Yemen, Oman, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Una specie molto pericolosa per l’uomo, poiché il suo morso velenoso può rivelarsi letale: malgrado la sua esperienza con diversi tipi di animali, Sartore ha dovuto prestare particolare attenzione al suo “soggetto” – anche perché è stata la prima volta che si è trovato ad immortalare un serpente. La scelta di questo animale non è stata casuale: è un modo per il fotografo di accendere i riflettori sul mondo dei rettili, gravemente minacciato soprattutto dalle temperature sempre più alte che si stanno sperimentando sul Pianeta.
Sartore, che ora ha 59 anni, ha previsto di completare la sua “missione” nel giro dei prossimi 10-15 anni, e ha già pianificato di compiere nuovi viaggi nel sudest-asiatico, in Nuova Guinea, a Singapore, e nella steppa della Mongolia – alla ricerca degli ultimi esemplari rimasti di specie che, fra qualche decennio, potrebbero esistere purtroppo solo in fotografia.
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Fonte: National Geographic
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