Nuova sconfitta in tribunale per Monsanto! Il glifosato è fattore determinante del cancro

Nuova sconfitta in tribunale per Monsanto, la multinazionale controllata da Bayer che produce il Round Up, diserbante a base di glifosato. Dovrà risarcire una coppia che si è ammalata di tumore in seguito all'utilizzo dei loro prodotti per oltre 30 anni.

Nuova sconfitta in tribunale per Monsanto, la multinazionale controllata da Bayer che produce il Round Up, diserbante a base di glifosato. Dovrà risarcire una coppia che si è ammalata di tumore in seguito all’utilizzo dei loro prodotti per oltre 30 anni.

E’ la terza volta consecutiva che la Bayer-Monsanto esce da un tribunale con una condanna. Questa volta la sentenza arriva da Oakland, in California, dove i giudici hanno stabilito una sanzione molto pesante per la multinazionale: dovrà risarcire con più di 2 miliardi di dollari una coppia di pensionati, Alva e Alberta Pilliod.

Più nello specifico, Alva riceverà 18 milioni di risarcimento mentre 1 miliardo è la cifra stabilita per i danni punitivi; Alberta invece ha ottenuto 37 milioni di risarcimento e 1 miliardo in danni punitivi.

Secondo la giuria, moglie e marito si sarebbero ammalati di cancro dopo aver utilizzato glifosato per oltre 30 anni. Questa sostanza sarebbe stata infatti, a detta della corte, un “fattore significativo” nella comparsa della malattia che nello specifico è il linfoma non Hodgkin.

Nel processo in questione, iniziato a fine marzo, l’accusa è riuscita a convincere la giuria che i prodotti Monsanto sono stati determinanti per i problemi di salute della coppia ma anche che gli studi manipolati dalla multinazionale ne hanno oscurato i reali rischi.

Monsanto ha intenzione di appellarsi a questa sentenza, sostenendo tra l’altro che Alva e Alberta Pilliod hanno avuto una lunga storia di malattie note per essere fattori di rischio sostanziali per il linfoma non-Hodgkin. Dunque il glifosato a loro dire non c’entrerebbe affatto.

La stessa intenzione di impugnare le decisioni dei tribunali è stata annunciata anche per le due precedenti sentenze che condannavano allo stesso modo la multinazionale a pagare cifre davvero alte come risarcimento per i danni provocati dall’uso dei loro prodotti. Bayer spera in un ribaltamento della situazione dato che, come ha scritto in una nota riguardo all’ultima sentenza, la decisione presa:

“è in conflitto diretto con le decisioni dell’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) e il consenso delle autorità sanitarie globali, secondo le quali i prodotti a base di glifosato possono essere usati in modo sicuro e non sono cancerogeni”

Bayer sostiene che decenni di studi condotti dall’azienda e da scienziati indipendenti hanno dimostrato che glifosato e Roundup sono sicuri per l’uso umano. È recente anche l’appoggio di uno studio condotto in Francia che sostiene che il glifosato non è cancerogeno, o quantomeno non al pari di carne rossa e salumi.

Nonostante la voglia di opporsi alle condanne, in realtà sembra che sia più probabile che la multinazionale proponga un accordo ai querelanti. Nel frattempo, la situazione di Bayer-Monsanto diventa sempre più critica. Già i due precedenti verdetti della giuria avevano provocato forti cali nelle azioni della società.

Gli azionisti hanno rimproverato il top management per l’acquisizione di Monsanto e del contenzioso ereditato, che ha cancellato circa 33 miliardi di dollari dal valore di mercato di Bayer dal primo verdetto della giuria.

Bayer si sarà pentita di questa acquisizione?

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook