Monsanto e Bayer stanno cercando di conquistare il monopolio dell’industria della cannabis

L’industria della cannabis potrebbe finire in mano alla Monsanto, l’azienda della Bayer che produce il pesticida Roundup contenete glifosato. Sul possibile monopolio sulla cannabis se ne parla da anni, l’azienda ha sempre smentito, ma adesso le cose potrebbero andare diversamente.

L’industria della cannabis potrebbe finire in mano alla Monsanto, l’azienda della Bayer che produce il pesticida Roundup contenete glifosato. Sul possibile monopolio sulla cannabis se ne parla da anni, l’azienda ha sempre smentito, ma adesso le cose potrebbero andare diversamente.

La Monsanto ha sempre negato, ma ciò non significa che essa forse non stia progettando di conquistare l’industria della cannabis con l’ingegneria genetica, così come già successo per il mais e la soia.

A settembre dello scorso anno la Bayer, il colosso della farmaceutica, ha fatto un accordo per l’acquisto della Monsanto, buttandosi così nel calderone delle cause legali che l’azienda ha per via del glifosato, ritenuto potenzialmente cancerogeno.

Ma come si è arrivati alla cannabis? Secondo le riviste di settore e Big Buds, Monsanto e Scotts Miracle-Gro hanno una ‘profonda partnership commerciale’ e pianificano di conquistare l’industria della cannabis che fa gola a grandi gruppi industriali.

“Monsanto e Bayer condividono informazioni sulle colture geneticamente modificate, Bayer collabora con GW Pharmaceuticals, che coltiva la propria genetica di marijuana brevettata. È logico concludere che Monsanto e Bayer vogliano creare marijuana OGM”, dice Michael Straumietis fondatore e proprietario di Advanced Nutrients.

Hawthorne, un gruppo di facciata di Scotts, ha già acquistato tre delle maggiori compagnie di coltivazione di cannabis: General Hydroponics, Botanicare e Gavita. Ma non solo, le principali compagnie di idrocoltura dicono di aver anche ricevuto offerte di acquisto da parte di Scotts Miracle-Gro.

E’ possibile, dunque, che vogliano creare un monopolio sui semi, così come successo per mais e soia e visto l’immenso potere societario che hanno e le leggi sui brevetti internazionali, non è detto che non ci riescano. Potrebbero avere il controllo su cannabis utilizzata a scopo ricreativo e medicinale.

“Queste società riducono la varietà e la disponibilità di semi nativi. Modificano geneticamente le colture in modo che gli agricoltori debbano acquistare nuovi semi ogni anno. Gli agricoltori sono costretti a utilizzare prodotti chimici aziendali come RoundUp per farli crescere. Farebbero la stessa cosa con la marijuana OGM”, chiosa Straumietis.

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Dominella Trunfio

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