Come prepararsi al meglio al parto della propria gatta

Solitamente le gatte non necessitano di aiuto durante il parto, ma a volte è richiesto il vostro intervento o quello del veterinario

Assistere al parto del proprio amico a quattro zampe credo possa essere definita come l’esperienza più intensa ed emozionante per un proprietario: molto spesso infatti molte persone optano di far accoppiare il proprio animale almeno una volta prima di ricorrere alla sterilizzazione.

E’ comunque una decisione che deve essere presa con serietà e responsabilità in quanto la gestione di un cane/gatto gravido e poi di una cucciolata più o meno numerosa richiede comunque un certo impegno sia di tempo che economico; inoltre è fondamentale avere la certezza di trovare una nuova famiglia per i piccoli una volta svezzati.

In questo blog tratteremo più specificatamente del parto della gatta, anche se quello della cagna è pressoché sovrapponibile.

La gravidanza della gatta ha una durata di 58-63 giorni. Io consiglio di tenere la futura mamma sempre monitorata, ricorrendo anche al proprio veterinario soprattutto verso il termine dei due mesi, sia per eventuali consigli su come prepararsi al parto e poi gestire tutto il post-parto, sia per effettuare esami diagnostici come la radiografia che conferma il numero dei cuccioli, e l’ecografia che valuta la loro vitalità.

Durante l’ultima settimana di gestazione, la gatta potrebbe diventare un po’ aggressiva, ed è per questo che sarebbe meglio tenerla lontana da bambini e altri animali seppur abbiano convissuto sempre tranquillamente con lei; tenderà inoltre a nascondersi e cercare un “nido” adatto dove partorire. A tal fine consiglio al proprietario di creare già anticipatamente un giaciglio da mostrare alla gatta, una cesta o una scatola di cartone da riempire con dei cuscini o ancor meglio delle coperte e asciugamani vecchi da poter poi gettare (perchè verranno sicuramente sporcati), il tutto posizionato in un angolo della casa un po’ in penombra, caldo e silenzioso, lontano da qualsiasi eventuale fonte di stress. L’importante è che il materiale utilizzato per allestire la cuccia non sia profumato in quanto mamma e cuccioli si riconoscono tra loro dall’odore. Poco distante posizionate anche la lettiera e le ciotola di acqua e cibo in quanto durante i primi giorni dopo il parto la gatta tenderà a rimanere costantemente vicino ai piccoli.

In prossimità del parto la gatta tenderà a mangiare poco o nulla, inoltre anche la temperatura corporea tenderà a diminuire di 1-2°C. Quando la micia si sdraia su un fianco, comincia a vocalizzare insistentemente e a leccarsi il pelo, soprattutto nella zona vulvare, la parete dell’addome si presenta molto tesa e sono evidenti le contrazioni, significa che sono cominciate le doglie.

Solitamente la gatta fa tutto da sé, quindi è importante non intervenite se non quando strettamente necessario; controllate che tutto proceda per il meglio, ma mantenendo sempre una certa distanza in modo che la vostra presenza non crei stress alla gatta.

I piccoli possono nascere in posizione cefalica o podalica, entrambe sono fisiolofiche. Alla nascita di ogni cucciolo la gatta rompe il sacco amniotico che lo avvolge, rompe il cordone ombelicale masticandolo e mangia la placenta. Prestate molta attenzione che tutte queste operazioni vengano svolte altrimenti diventa importante il vostro intervento : potrebbe essere necessario che rompiate voi il sacco amniotico in modo da permettere al micio di respirare o che il cordone ombelicale venga tagliato con un paio di forbici legandolo prima ad un paio di centimetri dall’addome. Fate il tutto indossando dei guanti sia per una questione igienica sia per non trasmettere ai piccoli il vostro odore. È inoltre importante che contiate le placente espulse in quanto se trattenute all’interno dell’addome della gatta potrebbero causare gravi infezioni e mettere a rischio la sua vita; non provate però ad espellerle voi manualmente, ma rivolgetevi al vostro veterinario. Un paio di accorgimenti: la placenta è ricca di sostanze nutritive ed in natura è importante che la gatta se ne cibi in quanto risulta essere la sua unica fonte di sostentamento durante i primi giorni, quando cioè non può allontanarsi dai piccoli per procacciarsi il cibo; siccome in casa sarete voi invece a fornirle tutto il nutrimento necessario, dopo le prime 2 o 3 placente evitate che mangi anche quelle successive in quanto potrebbero causarle vomito e diarrea. Inoltre una mamma inesperta, insieme alla placenta potrebbe mangiare anche il cucciolo, quindi siate pronti ad intervenire tempestivamente per evitare che questo accada.

Dopo le operazioni appena descritte, la micia pulisce accuratamente il piccolo, e questo è un momento molto importante per la creazione di un primo legame mamma-cucciolo.

La durata del parto può variare notevolmente in quanto tra un piccolo è l’altro possono intercorrere dai 10 ai 60 minuti, ma solitamente dalle 4 alle 6 ore. Contattare il veterinario se:

  • se trascorre più di un’ora tra l’espulsione di un piccolo e l’altro o le contrazioni sono deboli o inesistenti
  • se nonostante le contrazioni la gatta non riesce ad espellere il piccolo (nel caso parte di esso fuoriesca e diventi visibile all’esterno, potreste aiutare la gatta nell’espulsione, ma in modo molto delicato, tirando non eccessivamente e sempre seguendo le contrazioni. Se incontrare difficoltà anche voi, contattate il veterinario)
  • se non vengono eliminate tutte le placente
  • se la gatta presenta affanno alla fine del parto

Ma consiglio anche di avvertire anticipatamente il vostro veterinario, verso fine gravidanza, in modo che conosca già a priori l’eventualutà di una vostra richiesta di aiuto durante il parto della vostra gatta e quindi essere lui il più tempestivo possibile. Non abbiate alcuno scrupolo nel contattarlo soprattutto se è la prima volta che vivete un’esperienza del genere con le dovute emozioni che ne derivano..

È importante che nel giro di poco tempo i cuccioli si attacchino alla mammella per assumere il colostro, una sostanza che si differisce dal vero e proprio latte per essere ricco di anticorpi, deputati a proteggere i neonati da infezioni; il tutto avviene seguendo l’istinto e guidati dall’olfatto, unico senso fin da subito molto sviluppato.

Una gatta partorisce mediamente 4-5 cuccioli, con un numero inferiore nelle primipare rispetto alle pluripare. Anche il peso dei piccoli alla nascita dipende da diversi fattori: il sesso (i maschi tendono ad essere più grossi), il numero dei cuccioli, l’alimentazione della mamma durante la gravidanza.

Affronteremo la gestione del post parto e del periodo fino allo svezzamento, sia di mamma gatta che dei nuovi nati, in uno dei prossimi articoli; per ora vi auguro soltanto di vivere appieno nella maniera più totale possibile questo straordinario evento che è la venuta ad mondo di un essere vivente.

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