Il turismo sta accelerando in modo preoccupante lo scioglimento della neve in Antartide

Ogni estate l'Antartide è visitata da oltre 70mila turisti e da migliaia di ricercatori.

La presenza umana in Antartide sta contribuendo allo scioglimento della neve, velocizzandolo. Secondo un nuovo studio, l’inquinamento provocato dalle attività umane in Antartide sta aumentando lo scioglimento della neve di circa 83 tonnellate per ogni visitatore.

Un tempo ritenuta una delle aree più remote del Pianeta, oggi l’Antartide è decisamente più accessibile: ogni estate è raggiunta da più di 74mila turisti e da migliaia di ricercatori che lavorano nelle oltre 70 stazioni di ricerca.

La combustione di motori di navi e aerei utilizzati per il trasporto delle persone ma anche per spedire fuori dal continente i rifiuti, unita a quella per riscaldare gli edifici, sta inquinando in modo importante tutta l’area, che è già una delle più colpite dal riscaldamento globale causato dall’uomo. Nell’Antartide, infatti, negli ultimi cinquant’anni è stato registrato un aumento della temperatura di quasi 3°C, molto più elevato rispetto alla media globale che è pari a 0,9ºC.

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Nel nuovo studio i ricercatori hanno raccolto campioni di neve dal 2016 al 2022, prelevandoli da 28 siti differenti per rilevare la presenza di nero di carbonio. Il nero di carbonio, chiamato anche nerofumo o black carbon è un pigmento, una forma di particolato, prodotto dalla combustione incompleta di prodotti petroliferi.

Dai risultati è emerso che tutti i campioni prelevati nei pressi di abitazioni o attività presentavano livelli nerofumo molto elevati. Poiché questo particolato influenza il modo in cui la neve assorbe la luce, la sua presenza ne modifica la velocità di scioglimento.

I ricercatori hanno stimato che la presenza di nero di carbonio abbia provocato uno scioglimento della neve superficiale pari a 23 millimetri ogni anno e che ogni visitatore abbia dunque contribuito a sciogliere 83 tonnellate di neve nell’arco di quattro anni.

Secondo i ricercatori occorre intervenire limitando il turismo e, contemporaneamente, spingendo per una transizione più rapida verso fonti di energia alternative e pulite sia per i mezzi di trasporto che per gli edifici presenti.

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Fonti di riferimento: Nature

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