A Taranto i bimbi continuano a morire di tumori. Il 30% in più si ammala di cancro

30% in più dell’incidenza di tumori infantili a Taranto rispetto alla media nazionale.

Tumori infantili a Taranto: un 30% in più dell’incidenza di tumori infantili nel capoluogo pugliese rispetto alla media nazionale e 20mila nuovi casi di tumore all’anno in tutta la Puglia. Una tragedia azzittita dai troppi interessi, una denuncia che va avanti da anni e chissà quando troverà ascolto.

A rivelare i nuovi numeri è l’aggiornamento del Registro Tumori di Taranto, che si riferisce al periodo 2006-2011 e che segue il primo report di incidenza dei tumori maligni della provincia di Taranto presentato nel 2014, che comprendeva i casi incidenti nell’intero territorio provinciale per gli anni 2006-2008.

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Secondo l’indagine presentata in Fiera del Levante, in Puglia ogni anno si ammalano di tumore 11mila uomini e 9mila donne, a fronte di una media nazionale che si aggira intorno a circa 350mila nuovi casi all’anno. Per gli uomini i tumori più diffusi sono quello ai polmoni (con un’incidenza preponderante nelle province di Lecce e nel capoluogo tarantino) e bronchi, per le donne è il cancro alla mammella.

Il dato relativo alla totalità dei tumori nella nostra regione è in linea e anche inferiore a quello nazionale: si riscontrano peròprecisa Lucia Bisceglia, componente del centro di coordinamento del Registro tumori pugliese – delle criticità territoriali per alcune tipologie di tumori. Quella maggiore è rappresentata, per gli uomini, dal tumore al fegato che nella Bat (Barletta-Andria-Trani) ha un’incidenza del 33% contro il 20,3 della media nazionale”.

tumori puglia

Fonte: Corriere di Taranto

Inoltre, un dato superiore rispetto al trend nazionale è quello del tumore alla vescica nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto e l’aumento dei casi di tumore alla tiroide e del melanoma cutaneo.

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E i bambini? Il dato più allarmante viene da Taranto dove si è registrato il 30% in più di tumori infantili. Qui le fabbriche, soprattutto l’Ilva, contribuiscono a un peggioramento della qualità dell’aria. Già troppo spesso sono stati evidenziati dati relativi al possibile legame tra lo stabilimento e condizioni di malessere dei cittadini, a partire dal piombo individuato nel sangue e nelle urine sia di adulti che di bambini e dal basso tasso di fertilità delle donne tarantine, da correlare alla presenza di sostanze cancerogene come la diossina.

Insomma, l’impatto negativo degli impianti non lo si può nascondere ed è per questo che proprio all’inaugurazione della Fiera del Levante il governatore Emiliano ha attaccato il premier Renzi rinfacciandogli i dieci decreti legge del governo sull’Ilva, che, disse, “consentono alla fabbrica sequestrata di continuare a uccidere rendendo inefficace il sequestro da parte della magistratura”.

Una tortura senza fine quella dei tarantini? Un popolo senza future generazioni? La contaminazione dell’ambiente, dell’aria, della catena alimentare in stadio avanzato non è già abbastanza grave da far aprire gli occhi?

Germana Carillo

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