Ennesimo sversamento di petrolio: dopo la California, ora anche Cuba fa i conti con il disastro ambientale

La fuoriuscita di petrolio da un pozzo estrattivo in prospicienza delle coste cubane crea una nuova emergenza ambientale

La fuoriuscita di petrolio da un pozzo estrattivo in prospicienza delle coste cubane crea una nuova emergenza ambientale, i cui danni non sono stati ancora calcolati

È emergenza nella città di Matanzas, nel nord dell’isola di Cuba, dove in queste ore si è verificata una fuoriuscita di petrolio nel pozzo Yumuri 201. I media locali riferiscono dell’attivazione del protocollo di emergenza per contenere il greggio sversato attraverso l’istallazione di barriere sugli scogli e per impedire che questo finisca per inquinare le acque davanti alla corsa.

L’incidente, avvenuto nella mattinata di ieri, si è verificato in seguito ai lavori di manutenzione di una delle pompe estrattive del pozzo, che si trova a circa 60 metri dal mare. La dinamica dell’incidente, tuttavia, resta ancora poco chiara. Finora la macchina dei soccorsi ha scongiurato il pericolo di sversamento del petrolio in mare – anche se non si esclude che il greggio possa, nelle prossime ore, raggiungere le acque costiere. La perdita sarebbe già sotto controllo, mentre le autorità sono al lavoro per bonificare e sanificare l’area investita dal greggio. È ancora troppo presto per fare una esatta stima dei danni economici ed ambientali.

Non si tratta del primo disastro ambientale di questo tipo nella regione. Solo qualche mese fa, un incidente che ha coinvolto una squadra della società di servizi di trasporto di greggio ha provocato lo sversamento nel fiume della città di Matanzas di circa 20.000 litri di carburante. Nell’aprile del 2019, un altro sversamento di petrolio si è verificato nella stessa città, provocando la dispersione nell’ambiente di 268.000 litri di petrolio. 

Intanto l’isola di Cuba si trova nel mezzo di una crisi energetica, con continui blackout e cali di corrente. La causa di questi disservizi, secondo il Sistema Elettrico Nazionale, è da ricercarsi nell’impossibilità di effettuare le manutenzioni strutturali o leggere richieste dagli impianti termoelettrici, il che determina l’alto tasso di guasti e i picchi imprevisti di produzione del sistema. La crisi, in realtà, è provocata in parte da fattori climatici, ma anche da politiche ambientali non lungimiranti che non hanno investito risorse nel passaggio a fonti alternative ai combustibili fossili.

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Fonte: CubaDebate

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