Le terribili foto dei rifiuti sulle nostre spiagge: plastica ovunque (#Schifidaspiaggia)

Monitorate 54 spiagge nel Mediterraneo, di cui 29 in Italia e 25 negli altri Paesi costieri. Nei litorali italiani i rifiuti di plastica costituiscono l’80%, invece nelle altre spiagge si attestano al 52%

Rifiuti spiaggiati: dopo il week end dedicato alla pulizia delle spiagge, Legambiente presenta i dati dell’indagineBeach litter“, che rientra sempre nell’ambito di Spiagge e Fondali puliti – Clean up the Med.

22.114 i rifiuti trovati sulle spiagge (29 spiagge italiane e 25 spiagge del Mediterraneo) da aprile a maggio 2015 su un’area di 136.330 mq, pari a quasi 20 campi da calcio.

Bottiglie e contenitori di plastica, tappi, polistirolo, secchi, stoviglie usa e getta, oggetti derivanti dal comparto della pesca, mozziconi di sigarette e rifiuti da mancata depurazione come cotton fioc e assorbenti (diretta conseguenza della scorretta abitudine di “smaltire” questi rifiuti gettandoli nel wc ma anche un un grave segnale dell’inefficienza dei sistemi depurativi).

Ma anche quest’anno la regina indiscussa dei rifiuti piaggiati, o dei #Schifidaspiaggia, rimane la plastica: l’80% degli oggetti trovati sulle 29 spiagge italiane monitorate è di plastica (contro il 65% dello scorso anno), mentre sui litorali del Mediterraneo la percentuale scende al 52%.

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In particolare sono stati trovati 17 rifiuti ogni 100 mq, 5 rifiuti in più ogni 100 mq rispetto all’indagine dello scorso anno. Le 29 spiagge italiane monitorate sono situate nei comuni di Ortona, Pisticci (Mt), Policoro (Mt), Pozzuoli (Na), Pontecagnano (Sa), Eboli (Sa), Trieste, Anzio (Rm), Fiumicino (Rm), Genova, San Benedetto del Tronto (Ap), Fermo, Porto Sant’Elpidio (Ap), Ancona, Polignano a Mare (Ba), Brindisi, Ginosa (Ta), Trappeto (Pa), Pachino (Sr), Noto (Sr), Portopalo di Capopassero (Sr), Ragusa, Vittoria (Rg), Pisa, Orbetello (Gr), Eraclea (Ve).

A queste si aggiungono le 29 spiagge che si affacciano sul Mediterraneo, monitorate dalle associazioni che aderiscono a Clean-up the Med: l’Algeria, la Croazia, la Grecia, la Spagna, la Turchia, la Tunisia, per un’area di 87.200 mq dove sono stati trovati 8147 rifiuti spiaggiati, in particolare 14 rifiuti ogni 100 mq. L’indagine ha preso in considerazione anche il campionamento effettuato in Portogallo.

La nostra indagine quest’anno guarda molto di più al Mediterraneo e dimostraspiega Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente – che il problema dei rifiuti spiaggiati è una questione comune da affrontare al più presto. Serve uno sforzo congiunto che coinvolga tutti i soggetti e i territori interessati e programmi concreti per risolvere il problema dei rifiuti in mare e sulle coste. Un dato rilevante è quello relativo ai sacchetti di plastica, che nel nostro Paese rappresentano meno del 2% sul totale dei rifiuti trovati, mentre nelle spiagge degli altri Paesi superano il 7%. Una differenza dovuta principalmente alla messa al bando italiano dei sacchetti di plastica non compostabili, ottenuto dopo anni di battaglie della nostra associazione, che ne ha ridotto il consumo del 50% negli ultimi tre anni e che testimonia che si possono intraprendere azioni concrete ed efficaci“.

IN ITALI A – A guidare la top ten dei rifiuti integri rinvenuti da Legambiente sui 29 litorali italiani ci sono le bottiglie di plastica per bevande (10,3%), tappi e coperchi di plastica e metallo (6,9%), nasse, reti, strumenti da pesca e cassette per il pesce (6,5%). I mozziconi di sigaretta conquistano, invece, il quarto posto con il 5,4%, il residuo di circa 60 pacchetti di sigarette. In quinta posizione troviamo i rifiuti da mancata depurazione (4,9%) come cotton fioc, assorbenti, preservativi, blister, deodoranti da wc. Ci sono poi stoviglie usa e getta di plastica (4,8%), materiali da costruzione (4%), flaconi di detergenti (3,8%), bottiglie di vetro (3,3%) e sacchetti di patatine e stecchetti di leccalecca e gelati (1,9%) che chiudono la classifica.

mappa rifiuti 2015

NEL MEDITERRANEO – Anche sui litorali del Mediterraneo è onnipresente la plastica, anche se in percentuale minore rispetto all’Italia: il 52,1% contro l’80% italiano. Nella beach litter del Mediterraneo tra i rifiuti spiaggiati ci sono due “nuove entrate” rispetto alla classifica italiana: gli shopper in plastica (7,3%) che occupano il terzo posto della classifica, e il ritrovamento di siringhe, la cui percentuale si attesta all’1,6%.

Dall’indagine di Legambiente è, inoltre, emerso che la più alta densità di rifiuti è della spiaggia turca con 33 rifiuti ogni 100 mq (il doppio rispetto all’Italia), molto vicina l’Algeria, con 28 rifiuti e la Croazia con 21 rifiuti ogni 100 mq. Meglio le spiagge della Tunisia (8 rifiuti ogni 100 mq), della Grecia (4), Portogallo (3) e della Spagna con 2 rifiuti ogni 100 mq.

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I DANNI – Tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo. Secondo diversi studi, nel Mediterraneo occidentale, l’ingestione di rifiuti causa la morte nel 79,6% delle tartarughe marine e dell’intero ecosistema marino. Inoltre, le microplastiche ingerite dagli organismi acquatici, sono la causa principale dell’introduzione di plastiche nel biota e, quindi, del disequilibrio della catena alimentare.

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Il monitoraggio sui rifiuti spiaggiati – spiega Serena Carpentieri, responsabile campagne di Legambiente -, così come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy doveva essere svolto già dal 2015 e sarebbero dovuti essere pubblicati i risultati da parte delle autorità competenti. Ma ancora oggi non ci sono dati disponibili e accessibili. Per questo abbiamo voluto ripetere, per il secondo anno, il censimento del problema, evidenziando come sia onnipresente su tutte le coste mediterranee e come siano urgenti e non più rinviabili le misure di prevenzione. Troviamo infine assurdo che ancora oggi la stragrande maggioranza dei rifiuti deriva da un abbandono consapevole in loco (cicche, bottigliette e tappi ad esempio), testimoniando la totale indifferenza verso i notevoli impatti che questo comportamento ha sull’ambiente costiero e marino“.

Germana Carillo

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