A Hong Kong inquinamento da record: proibite qualsiasi attività all’aria aperta

Che Hong Kong fosse soffocata dalle emissioni di CO2 e dalle polveri sottili è ormai cosa nota, lo abbiamo sentito ripetere al vertice di Copenhagen dove la Cina non si è certo contraddistinta per cercare di ridurle, ma oggi l'inquinamento della metropoli del dragone ha superato ogni limite costringendo le autorità a vietare qualsiasi attività ed esercizio fisico all'aria aperta.

Che Hong Kong fosse soffocata dalle emissioni di CO2 e dalle polveri sottili è ormai cosa nota, lo abbiamo sentito ripetere più volte al vertice di Copenhagen dove la Cina non si è certo contraddistinta per cercare di ridurle, ma oggi l’inquinamento urbano della metropoli del dragone ha superato ogni limite costringendo le autorità a vietare qualsiasi attività ed esercizio fisico all’aria aperta.

Il record negativo rilevato dal Dipartimento per la protezione ambientale di Hong Kong parla di un indice di inquinamento superiore ai 300 punti in diverse centraline di controllo dislocate in vari punti della città famosa anche per il suo celebre skyline che stamattina era quasi completamente oscurato da una cappa densa di aria inquinata.

Se si calcola che già a quota 100 l’indice di inquinamento, frutto della correlazione delle diverse variabili considerate nella misurazione della qualità dell’aria, è definito “Very High” si capisce bene come la situazione sia davvero allarmante. Anche perché già sopra i 200 punti è considerata “grave” e deleteria per la salute dei cittadini comportando, anche in soggetti non particolarmente sensibili, problemi alle vie respiratorie dalla tosse al catarro al mal di gola. Senza contare gli inestimabili danni a lungo termine.

Ai dati registrati stamani, i peggiori da quando è stato istituito il sistema di monitoraggio, ha contribuito, fanno sapere gli esperti, anche la tempesta di sabbia nel nord della Cina che ha investito Pechino e che si sta muovendo verso sud.

Sembrerebbe quasi una “consolazione” per le nostre città, Roma e Milano in primis alle prese anche loro con gli sforamenti delle soglie di Pm10 consentiti e con i blocchi del traffico. Ma il problema della metropoli cinese è davvero preoccupante se si pensa in più che a viverci sono quasi 7 milioni di abitanti. Forse è giunnto il momento per le istituzioni cinesi di affrontare di petto la situazione e cercare soluzioni strutturali per ridurre le emissioni e affrontare l’emergenza nel breve come nel lungo periodo.

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