Sicurezza nucleare? Greenpeace boccia la proposta di delibera del Governo

Greenpeace, da sempre attiva nella battaglia contro il ritorno dell’atomo nel Belpaese, ha risposto a Saglia con un appello rivolto ai parlamentari: bocciate la proposta di delibera del Governo.

Il documento sulle tecnologie nucleariverrà inviato direttamente in Parlamento alla commissione Attività produttive della Camera e a quella Industria del Senato per avere un parere. Sarà inviato in questi giorni per accelerare l’iter“. Ha esordito così il sottosegretario dello Sviluppo economico, , affrontando il tema dei sistemi di sicurezza nucleare ammessi in Italia.

Sembra proprio che la corsa del nucleare italiano sia inarrestabile e la volontà del Governo sempre più determinata. Ma, alle dichiarazioni del sottosegretario, Greenpeace, da sempre attiva nella battaglia contro il ritorno dell’atomo nel Belpaese, ha risposto con un appello rivolto ai parlamentari: bocciate la proposta di delibera del Governo.

Quali sono le tecnologie cui fa riferimento Saglia? A detta dell’associazione, l’Italia punta su due Paesi di riferimento: la Francia con l’EPR e gli Usa dell’AP1000. Niente di più sbagliato come spiega Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace.

L’EPR e l’AP1000 sono due prototipi non ancora interamente approvati dalle Agenzie di sicurezza nucleare dei Paesi che li producono. Non vorremmo – commenta Onufrio – che il Governo agonizzante stia preparando una “truffa nucleare” ai cittadini italiani: creare le condizioni giuridiche per siglare contratti e scaricare in futuro gli “oneri nucleari” sulle nostre bollette.”

È proprio questa la paura di Greenpeace, poca sicurezza e costi esorbitanti per tutti, cui si somma il grave rischio ambientale imposto dall’atomo. Proprio in occasione della conferenza indetta il 4 novembre dal comitato “Fermiamo il nucleare, non serve all’Italia”, di cui fa parte anche Greenpeace, il tema sicurezza è stato molto dibattuto.

Giuseppe Onufrio ha ricordato come ben quattro Agenzie di sicurezza nucleare (Francia, Finlandia, UK e USA) hanno certificato che il progetto dei sistemi di automazione e controllo d’emergenza dell’EPR non soddisfi i minimi criteri di sicurezza nucleare.

Non solo, per l’AP1000 proprio ieri la Nuclear Regulatory Commission statunitense ha rigettato la valutazione sulle conseguenze di un impatto con un aereo perché lo studio è risultato “non realistico”.

Allarmisti? Catastrofisti? O semplicemente realisti? I fatti sembrano parlare chiaro e gli Stati Uniti ne sono una conferma. Come dice Greenpeace, meglio il rinnovabile. Ora, la parola ai parlamentari interpellati.

Serena Bianchi

 

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