Il misterioso disastro ecologico in una spiaggia della Kamchatka che sta avvelenando il 95% degli animali marini

In una famosa spiaggia russa, le acque sono diventate gialle e decine animali morti si sono riversati sulla riva. Fastidi anche per i surfisti

Nessuno ne parla ma in Russia, nel silenzio generale, si sta consumando un disastro ambientale di cui non si conosce l’origine. In una famosa spiaggia, quella di Khalaktyrsky, le acque sono diventate gialle e decine animali morti si sono riversati sulla riva. Probabile una fuoriuscita di petrolio, anche se non vi sono prove certe.

Una spiaggia famosa per il surf e che si affaccia sulla costa russa del Pacifico, è ora teatro di un sospetto disastro ambientale. Oltre alla moria di animali, molti bagnanti hanno lamentato una perdita parziale e momentanea della vista perdere, forti mal di testa, febbre e nausea dopo essere stati in acqua.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il ministro ad interim delle risorse naturali e dell’ecologia Aleksey Kumarkov ha affermato che dopo aver controllato i campioni d’acqua, gli esperti hanno riscontrato un eccesso di prodotti petroliferi, quattro volte più alti dei limiti e 2,5 volte di fenolo e altre sostanze. L’entità dell’inquinamento non è stata ancora determinata, ma il fatto che animali morti siano stati trovati su tutta la costa conferma la gravità della situazione.

A lanciare l’allarme sono stati i surfisti

I primi a lanciare l’allarme sono stati proprio i surfisti che frequentano abitualmente quelle spiagge.

“Ho notato che l’oceano aveva un sapore strano e non odorava come al solito. Mi facevano male gli occhi, avevo la gola secca e irritata e il mio corpo prudeva orribilmente”, ha detto a DW Anton Morozov, fondatore della scuola di surf locale, Snowave.

Il surfista e il suo team hanno notato per la prima volta i sintomi all’inizio di settembre, ma non li hanno associati al mare fino alla fine del mese, quando li hanno segnalati alle autorità. Da allora, le immagini di polpi morti, foche, ricci di mare e stelle marine disseminate lungo la spiaggia sono state condivise sui social media. Secondo alcuni bagnanti i pesci morti sembrano essere stati bolliti.

Ekaterina Dyba, geografa e amministrattrice della scuola di surf Snowave Kamchatka, ne ha parlato sui social una settimana fa, riportando le lamentele e i disturbi dei surfisti. Con i suoi post è riuscita ad attirare l’attenzione del pubblico e delle autorità. Ekaterina ha notato che l’oceano aveva un colore e un odore innaturali e ha suggerito che l’inquinamento dell’acqua poteva essere correlato alle esercitazioni militari tenutesi la scorsa settimana nella regione della Kamchatka. Ma non ci sono prove fino ad ora.

“La spiaggia di Khalaktyrsky è sempre stata un pezzo vergine di natura selvaggia. L’acqua limpida e la sabbia nera vulcanica sono un ecosistema unico che ha un grande valore turistico e di conservazione della natura. Questo posto unico è ora minacciato. L’oceano, frequentato regolarmente da surfisti, kayak, kiters e apneisti, è diventato pericoloso. Non è ancora chiaro quanto sia pericolosa la situazione attuale per gli animali marini ”, ha commentato Ekaterina.

Qui altre terribili immagini:

Le autorità locali indagano su tre cause

Le autorità hanno prelevato campioni dall’oceano, dove alla fine di settembre, Morozov ha detto che un “liquido giallastro-verdastro” era apparso lungo un tratto di costa da 20 a 30 chilometri. Gli investigatori locali stanno valutando tre possibilità per l’inquinamento dell’acqua: una fuoriuscita di sostanze tossiche, l’attività vulcanica nell’area e fioriture di alghe mortali, come ha rivelato in una conferenza stampa Vladimir Solodov, governatore della regione della Kamchatka.

Nuovi sversamenti nella stessa area

Deve essere ancora chiarito se la causa della contaminazione sia naturale o prodotta dall’uomo. Intanto nei giorni scorsi Greenpeace ha annunciato degli sversamenti non identificati nelle baie a circa 20-50 km a sud della spiaggia di Khalaktyrsky:

“Il team di rilevamento ha registrato ieri nuovo inquinamento sotto forma di una serie di sversamenti non identificati, uno dei quali si sta spostando a sud della penisola di Kamchatka , verso il South Kamchatka Wildlife Sanctuary, in cui si trovano i Vulcani Kamchatka riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità” spiega l’associazione.

In particolare, sono state registrate tracce di sversamento in alcune baie:  Vilyuchinskaya, Salvation e Bezymyannaya.

“In diversi punti abbiamo osservato schiuma gialla che galleggiava sulla superficie dell’oceano, l’acqua era anche molto torbida. In un sito abbiamo trovato carcasse di animali” ha detto Vasily Yablokov, responsabile di Greenpeace in Russia.

A causa del grande inquinamento ambientale e della necessità di una risposta urgente al problema, Greenpeace Russia ha chiesto alle autorità l’avvio di un’indagine immediata sulle cause dell’inquinamento e la loro urgente eliminazione. Greenpeace ha anche lanciato una petizione per chiedere al governo il ricorso a tecnologie verdi affinché gli incidenti di Norilsk, Khatangi e Kamchatka rimangano nel passato.

https://www.youtube.com/watch?v=jkQw335iGw8

Dal canto suo, il ministro dell’Ecologia Dmitry Kobylkin ha minimizzato spiegando che finora la ricerca ha scoperto solo livelli leggermente aumentati di ferro e fosfati. Ha anche affermato che l’incidente potrebbe essere stato provocato dalle condizioni tempestose recentemente sperimentate nella regione della Russia orientale.

Purtroppo ci sono poche prove legate a una fuoriuscita di petrolio. L’ambientalista Dmitry Lisitsyn, a capo della ONG locale Sakhalin Environmental Watch, ha detto a DW che non ci sono stati segni visibili di petrolio sulla superficie dell’acqua.

“I prodotti petroliferi sono più leggeri dell’acqua – formano una pellicola nella parte superiore dell’acqua, che uccide principalmente gli uccelli. I prodotti petroliferi non sono abbastanza velenosi da uccidere una quantità così grande di animali”, ha detto.

Le immagini satellitari

Il disastro è chiaramente visibile anche dai satelliti. Greenpeace ha pubblicato una serie di foto dallo spazio della spiaggia Khalaktyr e delle calette vicine. La prima immagine ritrae la spiaggia tra il 1° e il 3 settembre e tutto sembra normale. Tuttavia, nella seconda foto, scattata qualche giorno dopo si vedono delle striature nelle acque, come se fosse fango, forse quello arrivato attraverso il fiume Nalychev dopo le forti piogge. Il 30 settembre e il 1° ottobre però l’acqua diventa sempre più fangosa.

L’ennesimo disastro ambientale passato sotto silenzio.

Clicca qui per firmare la petizione

Fonti di riferimento: Greenpeace Russia, DW

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