600 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia: stiamo distruggendo il mare italiano

Inquinamento marino: i dati raccapriccianti del Mar Adriatico e dello Ionio.

Rifiuti marini: se , non se la passano meglio il mar Adriatico e il mar Ionio, dove stati in media reperiti 658 oggetti spiaggiati ogni 100 metri di litorale monitorato. Senza contare la media dei 332 oggetti per km quadrato monitorati in galleggiamento lungo le coste e la media dei 510 oggetti raccolti per km quadrato (con un range che va da 79 a 1099) sul fondo del mare.

Sono questi alcuni dei risultati emersi dal rapporto “Marine Litter assessment in the Adriatic & Ionian seas”, pubblicato nell’ambito del progetto triennale IPA-Adriatico DeFishGear e frutto di una campagna di monitoraggio cui hanno partecipato 9 Istituti, Enti e Università di 7 diversi Paesi che condividono il bacino Adriatico e Ionico tra cui, per l’Italia, ISPRA e ARPAE Emilia Romagna, che fanno parte del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).
La campagna di monitoraggio ha coinvolto Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Italia, Grecia, Montenegro e Slovenia.

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In particolare, sono stati analizzati 180 transetti su spiaggia in 31 diversi siti, per un totale di 32.200 metri quadri estesi su oltre 18 chilometri di costa; sono stati inoltre effettuati 66 transetti a bordo di pescherecci per valutare i rifiuti galleggianti, percorrendo più di 400 chilometri, mentre degli osservatori su ferry-boat hanno monitorato più di 9mila chilometri di mare. Per i rifiuti sul fondo, sono stati campionati 11 siti con pescherecci a strascico per un totale di 121 cale ed effettuati 38 transetti in 10 diversi siti tramite operatori subacquei. Per la valutazione della plastica nel biota sono stati analizzati 614 esemplari di pesci.

Nonostante l’attribuzione delle fonti sia una procedura complessa per l’alto numero di oggetti di origine incerta o mista, dal rapporto risulta che una percentuale che si aggira tra il 33 e il 39% dei rifiuti trovati in spiaggia, sulla superficie del mare e sui fondali proviene dalle coste e da pratiche inefficienti di gestione dei rifiuti, del turismo e delle attività ricreative. Le attività legate al mare (trasporti via mare di merci e passeggeri, pesca sportiva e commerciale, acquacoltura) contribuiscono al numero di rifiuti trovati con percentuali che vanno invece dal 6,3% al 23% secondo la matrice considerata.

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Infine, il 7,8% dei rifiuti trovati in spiaggia ad esempio è correlato al fumo (come mozziconi o accendini) mentre il 2,6% degli oggetti trovati sul fondo del mare sono di origine sanitaria (preservativi, cotton fioc o assorbenti igienici…).

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Ad oggi, quello appena svolto è il primo lavoro a livello europeo e di bacini regionali europei che si propone di valutare l’ammontare, la composizione e la fonte dei rifiuti marini in tutte le matrici marine dell’Adriatico e dello Ionio.

Mari di plastica anche quelli a noi più vicini, non occorre andare nel bel mezzo del Pacifico per renderci conto di quanto male l’uomo stia facendo al Pianeta.

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Cosa possiamo fare nel nostro piccolo? Occhio a un corretto smaltimento dei rifiuti che produciamo in casa e ovunque ci troviamo. Limitiamo il consumo di plastica, prediligendo l’utilizzo di materiali biodegradabili, borse riutilizzabili di stoffa o di carta, e l’uso di articoli usa e getta. Se siete soliti andare in barca, sostenere porti rispettosi dell’ambiente e segnalate eventuali discariche abusive.

Germana Carillo

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