Rifiuti, Napoli: l’Italia rischia multe dalla UE

L'Ue bacchetta l'Italia e minaccia di riparire una nuova procedura di infrazione

L’eco dell’emergenza rifiuti di Napoli è giunta fino a Bruxelles, dove la Corte di Giustizia Europea ha minacciato l’Italia invitando il nostro paese a trovare in tempi brevissimi soluzioni adeguate al problema, pena sanzioni.

Dopo gli appelli di Napolitano e del neo-sindaco De Magistris, il ministo dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha annunciato un provvedimento straordinario. Ma la spazzatura è ancora tutta lì, o quasi, costringendo i napoletani a vivere in condizioni disumane.

Da ciò deriva il monito del portavoce del Commissario europeo all’Ambiente Janez Potocnik, che ha ribadito il fatto che “il problema non è stato risolto e la situazione è addirittura peggiorata negli ultimi anni“. Una sola via resta da percorrere in quel di Bruxelles, ossia “riaprire una procedura di infrazione“, dopo la prima sentenza della Corte di giustizia che nel marzo 2010 aveva già avvisato l’Italia, multandola per la medesima infrazione. Recidivi.

Colpevole di non essere riuscita a risolvere il problema della spazzatura in Campania, l’Italia ha già pagato dazio all’Ue, rimediando un’altra bella figuraccia di portata internazionale. Potocnik ci tiene a precisarlo: “Le autorità italiane non hanno ancora fatto quanto necessario per trovare una soluzione adeguata e definitiva al problema.”

E i napoletani sono stufi. Ieri un centanaio di manifestanti si sono riuniti a Piazza Montecitorio armati di sacchetti della spazzatura per protestare contro il Governo. Una situazione davvero disastrosa, anche se la giacenza di rifiuti è scesa a circa 1.500 tonnellate, con un recupero medio di circa 250 tonnellate sulla produzione giornaliera.

La situazione adesso è meno grave – ha rassicurato il presidente di Asia Raphael Rossi – ci sono circa 1.500 tonnellate non raccolte, mentre 4 giorni fa è stato il momento peggiore e avevamo una giacenza di 2.400 tonnellate. Bisogna incentivare la raccolta differenziata per arrivare a una minore produzione e rendersi più autonomi da discariche e inceneritori“.

Rassicurazioni a parte, la Federazione Italiana Medici Pediatri ha lanciato l’allarme, i bambini rischiano di contrarre malattie respiratorie per via dei roghi. Poco confortano le rassicurazioni del ministro della Salute Ferruccio Fazio, che ha sottolineato come nel capoluogo partenopeo “non ci sono pericoli di epidemie né di infezioni particolari, a parte forse qualche gastroenterite.

Magra consolazione.

Francesca Mancuso

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