Rapporto rifiuti urbani 2014: spazzatura in calo e si differenzia di più

Rifiuti ancora in calo nel nostro paese, come in Europa. Sul fronte dei rifiuti urbani, anche il 2013 ha seguito la tendenza degli ultimi anni. E anche quest'anno il merito non è nostro ma della crisi economica e della contrazione dei consumi. È quanto emerge dal nuovo Rapporto Ispra sui rifiuti urbani, reso noto oggi a Roma insieme all'Annuario dei dati ambientali

Rifiuti ancora in calo nel nostro paese, come in Europa. Sul fronte dei rifiuti urbani, anche il 2013 ha seguito la tendenza degli ultimi anni. E anche quest’anno il merito non è nostro ma della crisi economica e della contrazione dei consumi. È quanto emerge dal nuovo Rapporto Ispra sui rifiuti urbani, reso noto oggi a Roma insieme all’Annuario dei dati ambientali.

Nel 2013, nel nostro paese ne sono state prodotte quasi 400 mila tonnellate in meno rispetto al 2012 (-1,3%), 2,9 milioni di tonnellate rispetto al 2010 (-8,9%), un valore inferiore anche a quello del 2002. A differenziare di più, nessuna si stupisca, è la Campania che separa correttamente quasi la metà dei rifiuti prodotti ( 44%), anticipata solo dalla Sardegna (51%).

Raccolta differenziata. La piccola buona notizia è che gli italiani differenziano di più rispetto agli anni precedenti, portando al 42,3% la produzione nazionale, 2 punti in più rispetto al 2012 (40%). Ancora una volta è il Nord a farla da padrone col 54,4%, seguito dal Centro al 36,3% e dal Sud al 28,9%.

Calo dei costi

Differenziare permette di ridurre i costi. Secondo l’analisi dell’Ispra sulla gestione del servizio di igiene urbana, il costo medio annuo pro capite è stato di 158,86 euro imputabili alla gestione dei rifiuti indifferenziati per il 37,9%, alle raccolte differenziate per il 26,4%, allo spazzamento e al lavaggio delle strade per il 14,3%. La rimanente percentuale deve essere imputata ai costi generali del servizio ed ai costi del capitale investito. Cifra che cambia in base alle dimensioni del comune di appartenenza. Mettendo a confronto i costi della produzione dei rifiuti, quello per la gestione dell’indifferenziato è pari a 22,35 eurocentesimi/kg, mentre il costo medio di gestione della differenziata è nettamente inferiore: 18,38 eurocentesimi/kg, con valori di 12,8 eurocentesimi/kg per la carta e cartone, 11,2 per il vetro, 23,1 per la plastica, 29,4 per i RAEE, 23,4 per la frazione umida, 9,6 per la frazione verde e 1,79 euro/kg per i farmaci scaduti.

La percentuale di copertura dei costi del servizio con i proventi dalla tarsu e dalla tariffa sui rifiuti è cresciuta con gli anni, raggiungendo, come media nazionale, la copertura totale dei costi, come previsto dalla normativa vigente in materia” spiega l’Ispra.

Regioni. Lo scorso anno, ogni italiano ha prodotto 18 kg di rifiuti in meno, un calo che segue quello di 23 kg per abitante rilevato tra il 2011 e il 2012. L’Emilia Romagna è la regione che produce più rifiuti con 625 kg pro capite, seguita da Toscana (con 596 kg per abitante), Valle d’Aosta (565 kg) e Liguria (559 kg). Minori quantità si si producono in Basilicata (359 kg abitante per anno), in Molise (394 kg per abitante per anno), in Calabria (421 kg per abitante per anno) e in Campania (434 kg per abitante per anno).

A livello regionale, a differenziare di più sono stati Veneto e Trentino Alto Adige (64,6%), seguiti dal Friuli Venezia Giulia (59,1%), dalle Marche (55,5%), da Piemonte (54,6%), Lombardia (53,3%), Emilia Romagna (53%) e Sardegna (51%). Tra le regioni del Centro, il Lazio si attesta al 26,1%. Nel 2013 vi è stato un aumento evidente della differenziata in Campania, passata dal 41% del 2012 al 44% del 2013. Al 25,8% e 22% si posizionano Basilicata e Puglia. Inferiori al 15% risultano Calabria (14,7%) e Sicilia (13,4%).

Smaltimento in discarica

Purtroppo è ancora una forma di gestione molto diffusa e riguarda il 37% dei rifiuti urbani prodotti. In lieve calo, rispetto al 2012, i rifiuti conferiti in discarica, pari a 10,9 milioni di tonnellate, quasi 800 mila tonnellate (-6,8%) rispetto ai dati dell’anno precedente. Crescono però le quote avviate ad incenerimento (+4,4%), mentre un leggero decremento si registra per il trattamento della frazione organica (compostaggio + digestione anaerobica) che ha interessato quasi 4,3 milioni di tonnellate di rifiuti.

L’incenerimento

Nel 2013 erano operativi 44 impianti per rifiuti urbani, frazione secca (FS) e CSS. Gran parte di essi si trova nelle regioni del nord (28 impianti, pari al 64% del totale) e, in particolare, in Lombardia e in Emilia Romagna rispettivamente con 13 ed 8 impianti operativi. Al centro sono 8 e altrettanti al sud. Il totale dei rifiuti inceneriti lo scorso anno sono pari a 5,8 milioni di tonnellate, di cui 2,5 milioni di rifiuti urbani indifferenziati.

Francesca Mancuso

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