Nave dei veleni: pronta a Vibo Valentia “Mare Oceano” per altri accertamenti, ma non il recupero dei fusti

La nave incaricata dal Governo di intervenire sul relitto ritrovato in fondo al mare al largo di Cetraro e fare luce sulla cosidetta nave dei veleni, ha attraccato oggi pomeriggio alle 16,30 al porto di Vibo Valenzia per dirigersi, forse già domani, sulla costa cosentina. Anche se ancora non si capisce esattamente a fare che cosa. Sì perché quella ormeggiata nel porto calabrese non è la nave che ci si aspettava, non quella promessa dal Ministro Stefania Prestigiacomo.

La nave incaricata dal Governo di intervenire sul relitto ritrovato in fondo al mare al largo di Cetraro e fare luce sulla cosidetta “nave dei veleni”, ha attraccato oggi pomeriggio alle 16,30 al porto di Vibo Valentia per dirigersi, forse già domani, sulla costa cosentina. Anche se ancora non si capisce esattamente a fare che cosa. Sì perché quella ormeggiata nel porto calabrese non è la nave che ci si aspettava, non quella promessa dal Ministro Stefania Prestigiacomo.

Si tratta, infatti, di un’imbarcazione di proprietà della società Geolab di Napoli, una nave oceanografica specializzata in ricerche e analisi sottomarine che non sarebbe attrezzata per il recupero dei fusti contenuti nel relitto. Si pensa dunque che la Mare Oceano andrà a scattare altre fotografie e fare ulteriori prelievi di flora e fauna marina perché quel che è certo è che è dotata di un robot ‘Rov’ (Remotely Operated Vehicle) di quarta generazione in grado di operare in profondità e di trasmettere immagini ad alta definizione, nonché fare prelievi ed eventualmente rilevare la radioattività dei campioni prelevati.

Non troppo, dunque, per sciogliere tutti i dubbi che circondano l’inchiesta avviata dalla procura di Paola e ora nelle mani delle Dda di Catanzaro e Reggio Calabria. Non abbastanza per stabilire se si tratti davvero della nave Cunski come riferito dal pentito Francesco Fonti. Sicuramente non quello che si stava aspettando.

Già nei giorni scorsi, infatti, i magistrati della Dda avevano indicato come priorità quella del prelievo di alcuni fusti per accertarne il contenuto. E anche l’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco chiede di sapere l’esatta mission dell’Oceano Mare ma soprattutto che fine abbia fatto la nave della Saipem, società dell’Eni, attrezzata invece per l’attività di recupero, il cui invio era stato annunciato dal ministro dell’Ambiente all’inizio di ottobre. Di questa, nessuna traccia…è forse “a perdere” anch’essa?

Simona Falasca

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