La tutela dell’ambiente è la terza preoccupazione degli italiani, sempre più plastic-free ma solo nelle intenzioni

Gli italiani sono sempre più preoccupati per le notizie relative alla crisi climatica, ma in pochi sono disposti a modificare le proprie abitudini

Gli italiani sono sempre più preoccupati per la crisi climatica in atto ma non sembrano voler rinunciare in modo significativo ad abitudini e comodità per far fronte al riscaldamento globale.

È quanto emerge dal nuovo Rapporto Eurispes 2020 per l’Italia che, giunto alla sua 32a edizione, fa luce anche sul rapporto tra italiani e clima, rilevando quanto siamo disposti a fare per fermare gli effetti devastanti del climate change.

Come ricorda il rapporto, se non ci convertiremo a uno stile di vita sostenibile, buona parte degli ecosistemi collasseranno entro i prossimi 30 anni.
Un lasso di tempo davvero molto breve, entro cui più della metà della popolazione mondiale dovrà fare i conti con temperature record, siccità e altri effetti di cambiamenti climatici.

Secondo il rapporto, le notizie sulla crisi climatica preoccupano molto o abbastanza quasi 8 italiani su 10, il che potrebbe far pensare che molti nostri connazionali siano disposti a impegnarsi per modificare le proprie abitudini.

Non è esattamente così: un terzo degli italiani vuole continuare a condurre il suo solito stile di vita e non pensa serva a qualcosa cambiare e un altro terzo crede che ridurre i consumi possa essere utile solo se viene fatto da molte persone ogni giorno.
L’ultimo terzo, per fortuna, sarebbe disposto a mettere in pratica azioni utili a ridurre le proprie emissioni: è il 34,7%, in crescita rispetto al al 23% dello scorso anno.

A essere maggiormente preoccupate per il clima sono però le nuove generazioni, probabilmente più sensibili e consapevoli anche grazie al grande movimento per il clima che ha preso vita da Greta Thunberg.

Tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni più di un terzo è infatti convinto della necessità di trovare soluzioni urgenti alla crisi climatica. Gli over 65 sono invece più pigri ed egoisti quando si parla di ambiente e, tra loro, solo il 16% crede che il riscaldamento globale sia così grave.

A influire non è solo l’età, ma anche il sesso e il titolo di studio: le donne sono più preoccupate per il clima rispetto agli uomini, così come lo sono di più i laureati rispetto a diplomati, a chi possiede un titolo di studio inferiore o nessun titolo.

Ma chi è in ansia per l’ambiente cosa è disposto a fare per arginare la crisi climatica? Secondo il rapporto, più del 70% è propenso a cambiare le lampadine optando per quelle a basso consumo, a scegliere prodotti senza imballaggi di plastica, ad accendere meno il condizionatore d’estate e a consumare meno acqua.
Gli italiani accetterebbero anche di ridurre l’uso dell’automobile, soprattutto gli uomini, e le vendite di auto ibride ed elettriche sono in aumento.
Le percentuali scendono se si parla di rinunciare ai viaggi in aero o di acquisto di pannelli fotovoltaici., sebbene la metà degli italiani desideri una casa più eco-sostenibile.

I consumi quotidiani nel nostro paese si stanno spostando verso scelte più eco-sostenibili: Il 77% di noi ha elettrodomestici a basso consumo energetico, il 13% compra più spesso abbigliamento green e un quarto delle donne preferisce cosmetici naturali. Inoltre, vegetariani e vegani sono aumentati, ma per questioni legate al benessere e all’amore verso gli animali.

A questo si aggiunge una maggiore responsabilità anche nella gestione dei rifiuti: l’88% degli italiani si impegna a fare la raccolta differenziata in modo corretto.

Considerando però l’entità della crisi climatica in atto, probabilmente l’impegno non sarà sufficiente ad arginare il problema.

Come ricorda lo stesso Rapporto, gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi mai registrati. La temperatura è aumentata di 0,8°C a livello globale, determinando effetti a catena: le concentrazioni di gas serra aumentano, le acque degli oceani si acidificano, i ghiacciai si sciolgono a un ritmo sempre maggiore e il livello del mare è in continuo aumento.
A questo si aggiungono desertificazione, incendi, alluvioni ed eventi meteorologici estremi.

Se non modificheremo drasticamente e in fretta le nostre abitudini, il riscaldamento globale potrebbe peggiorare ulteriormente e questo potrebbe mettere a rischio la vita di milioni di persone, oltre ad avere gravi ripercussioni ambientali ed economiche per tutti i Paesi.

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