Non solo Jova Beach Party: è bufera per un evento con palco e barbecue organizzato su una delle spiagge (protette) più belle della Sardegna

È polemica per un maxi evento aziendale - con tanto di barbecue e palco - organizzato sulla meravigliosa spiaggia protetta di Tuerredda, in Sardegna. Perché non optare per un luogo più adatto? Le spiagge sono tesori da tutelare, non location per feste, eventi e concerti!

Sta facendo discutere (e non poco) quanto accaduto lo scorso 9 settembre sul litorale di Teulada, in provincia di Cagliari. Qui, sulla spiaggia di Tuerredda – considerata fra le più belle e iconiche della Sardegna – è stato organizzato un maxi evento aziendale a cui hanno preso parte centinaia di persone. Per il raduno sono stati allestiti un palco e dei tavoli con panche sulla sabbia e persino un barbecue. L’evento è proseguito per un’intera giornata, fino a notte fonda.

Tutto questo è avvenuto in una spiaggia protetta (anche se nell’area appartenente ad un lido), che ricorda i paesaggi caraibici e che è ormai a numero chiuso proprio per salvaguardarla. A denunciare il grave episodio l’associazione ambientalista Gruppo d’intervento giuridico (Grig), che commenta con l’amaro in bocca:

Manca solo il circo con gli elefanti…  E non si tratta della prima volta. Purtroppo, nonostante le buone intenzioni rappresentate dall’introduzione del “numero chiuso” dei bagnanti nell’estate 2020, la realtà è sempre la stessa. Di Tuerredda ne fanno carne di porco, per usare un francesismo.

Il gruppo che si occupa di tutela ambientale della Sardegna non si è limitato alle critiche, ma ha deciso di inviare un’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti a una serie di enti e istituzioni (alla Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari, ai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, al Servizio demanio e patrimonio della Regione autonoma della Sardegna, al Corpo forestale e di vigilanza ambientale e alla Capitaneria di Porto di Cagliari – Ufficio Demanio) per verificare la legittimità di quell’evento.

In caso di assenza di legittime autorizzazioni, oltre al reato di cui all’art. 1161 cod. nav. (occupazione abusiva del demanio), possono concorrere anche altre fattispecie penalmente rilevanti come la violazione del vincolo paesaggistico/ambientale (art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e il reato urbanistico (art. 31 L del D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.) –  sottolineano gli attivisti  – Purtroppo, però, non è prevista nessuna sanzione per la cafonaggine.

È scontro fra le istituzioni

A scagliarsi contro la manifestazione aziendale anche il primo cittadino di Tuerredda Daniele Serra, dato l’autorizzazione è arrivata da parte della Regione. Non si è fatta attendere la replica dell’assessore regionale degli Enti Locali Quirico Sanna.

Il Sindaco del Comune di Teulada non deve per nulla essere “infastidito” per la legittima autorizzazione che l’Assessorato degli Enti locali ha rilasciato ad un gestore di una concessione balneare per lo svolgimento di una festa di una multinazionale, che si è tenuta all’interno del perimetro della concessione assentita e senza pregiudicare la fruizione della spiaggia libera, ma dovrebbe piuttosto occuparsi di evitare – in nome di una ideologia sbagliata sull’ambiente – di dire no a tutto. Anche perché le conseguenze di una interpretazione radicale dell’ambiente (no al carbone, no all’eolico, no al fotovoltaico, no al nucleare, no al gasdotto, no all’idroelettrico) sono purtroppo sotto gli occhi di tutti.

Per difendere l’organizzazione del controverso evento, l’assessore Sanna ha tirato in ballo la questione del turismo:

Eventi di questo tipo, se svolti nel pieno rispetto dell’ambiente, sono indispensabili per garantire alla Sardegna una vera destagionalizzazione dell’offerta turistica dei mesi di spalla (maggio e giugno, settembre e ottobre), in difetto del quale i tour operator indirizzerebbero il turismo congressuale verso altre mete.

L’imprescindibile principio della salvaguardia ambientale – cui la Regione Sardegna si uniforma costantemente – non può essere strumentalizzato, né tantomeno il Comune di Teulada ha la minima autonomia normativa per imporre vincoli ambientali, che – come ricorda la Corte Costituzionale – spettano ad altri Organi e devono essere contemperati con l’esercizio dell’impresa economica, che ai sensi dell’articolo 41 della Carta fondamentale costituisce un diritto costituzionalmente protetto, anche per le finalità sociali ad esso sottese. Il Sindaco di Teulada non può pertanto creare un danno alla economia turistica del suo territorio ed alla Sardegna intera.

Le spiagge sono luoghi da tutelare, non location per feste, eventi e concerti

Chi si trovava su quella spiagga il 9 settembre racconta di aver assistito a scene indecenti.

Ero lì’. – scrive un’utente su Facebook – Una tristezza infinita, luci, musica a volume altissimo, una marea di persone, una marea di plastica, grigliate sulla battigia (legna raccolta anche sotto i cespugli attigui alla spiaggia) e anche un elicottero che si è abbassato di quota per fare un giro sopra la mega festa! Come si può rilasciare permessi e concessioni in una spiaggia da tutelare, dove, fra l’altro, l’accesso è a numero chiuso ed è vietato fumare, giustamente. Per la festa si poteva fare tutto!

Quanto avvenuto a Tuerredda riaccende nuovamente i riflettori sull’organizzazione degli eventi in spiaggia, un tema molto discusso nell’ultimo periodo per via del Jova Beach Party, il tour di Jovanotti che sta tenendo ancora banco sui social e sulle testate giornalistiche per le pesanti conseguenze sull’ecosistema. Sia associazioni che esperti hanno sottolineato i rischi connessi a questo tipo di eventi in aree estremamente delicate, dove vivono anche animali da tutelare.

Quando capiremo che le spiagge non sono adatte ai concerti e ad altre manifestazioni?! Le location alternative non mancano e sarebbe il caso di iniziare a prenderle in considerazione.

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Fonti: Grig/Quirico Sanna

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