Disatro ambientale, marea nera in Canada: 250mila litri di petrolio nell’Oceano

Ancora petrolio in mare, ancora veleni nelle acque del mondo. Questa volta tocca all'isola di Terranova, in Canada dove si è verificata una fuoriuscita di petrolio al largo della costa. In tutto, sono finiti nell'oceano 250.000 litri di petrolio

Ancora petrolio in mare, ancora veleni nelle acque del mondo. Questa volta tocca all’isola di Terranova, in Canada dove si è verificata una fuoriuscita di petrolio al largo della costa. In tutto, sono finiti nell’oceano 250.000 litri di petrolio.

All’origine dello sversamento, una perdita della SeaRose FPSO, una nave stazionata a circa 350 chilometri da Terranova. È accaduto venerdì nell’area di White Rose mentre gli equipaggi si stavano preparando a riprendere la produzione dopo l’interruzione delle operazioni giovedì, a causa dei forti venti e del mare mosso.

Il Canada-Newfoundland Offshore Petroleum Board aveva fatto sapere che la gravità della tempesta che si è abbattuta durante la scorsa settimana nella zona di Terranova, aveva reso necessaria la chiusura di tutti gli impianti offshore.

Quelli di Terranova e Labrador sono stati temporaneamente fermati a scopo precauzionale ma alla ripresa delle operazioni qualcosa è andato storto. Una volta ripartiti i lavori della SeaRose FPSO, nelle acque si è allargata una grossa chiazza di petrolio.

L’estrazione è stata sospesa perché le autorità stanno indagando sulle cause della fuoriuscita, ma le onde alte anche 7 metri stanno mettendo a dura prova sia i controlli che le operazioni di contenimento del petrolio.

Il portavoce di Husky Energy, Colleen McConnell, ha spiegato che lo sversamento non potrà essere gestito e le acque ripulite fino a quando le onde non si calmeranno.

Sono state posizionate delle boe specializzate per tracciare la fuoriuscita, al lavoro anche un aereo per effettuare un volo di osservazione.

Una volta che le mareggiate si ridurranno a 4 metri, dei veicoli controllati a distanza verranno inviati per navigare nell’area intorno all’imbarcazione. Fino ad allora, non si saprà se la perdita è ancora in corso. Anche la Eastern Canada Response Corporation, che si occupa di sversamenti, sta contribuendo a organizzare l’ispezione e la pulizia del mare.

Il petrolio finito in mare, come quantità, può essere equiparato a un decimo di una piscina olimpionica, molto più grande della perdita del 2013 nel vicino campo di Grand Banks, quando finirono in mare 6.000 litri di petrolio.

Nel 2004, negli stessi luoghi dell’attuale incidente finirono in mare 165.000 litri di petrolio. Fino ad allora era stato il più grave sversamento mai avvenuto nella zona.

Tra l’altro, SeaRose era stata chiusa all’inizio di quest’anno perché era stata rilevata una violazione da parte di Husky, accusato di non aver rispettato i protocolli operativi durante un incidente con un iceberg nel 2017.

Allora, la nave non scollegò correttamente le linee che utilizza per trasportare il petrolio mentre l’iceberg si avvicinava. Più di 80 membri dell’equipaggio e 340.000 barili di petrolio si trovavano in quel momento sull’imbarcazione.

L’ennesimo disastro ambientale legato al petrolio.

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Francesca Mancuso

Foto: Husky Energy

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