Per ridurre emissioni e prezzi del gas, basterebbe tappare le perdite degli impianti di petrolio e gas

Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, basterebbero risorse irrisorie per intervenire e riparare le perdite, con guadagni potenziali da non sottovalutare

Cosa facciamo quando, nel bagno di casa, abbiamo un lavandino che gocciola o ci accorgiamo di una perdita in una delle tubature? Di solito, contattiamo un idraulico e la facciamo riparare poiché sappiamo che quella piccola perdita, per quanto insignificante, nel lungo periodo può tradursi in un importante spreco di acqua e, conseguentemente, di denaro.

Questo ragionamento, purtroppo, non viene seguito anche quando si tratta delle tubature dei grandi gasdotti del mondo, che hanno perdite significative – con conseguente spreco di una risorsa preziosa e di danni ambientali tutt’altro che trascurabili. È quanto emerge dal report pubblicato proprio oggi dall’International Energy Agency (IEA), che denuncia: “tappare” le perdite di metano negli impianti di estrazione e trasporto del gas avrebbe costi irrisori per le amministrazioni locali, ma si tradurrebbe in un profitto significativo.

Secondo le osservazioni fatte da IEA attraverso l’uso di satelliti, le perdite di combustibile nell’ambiente sarebbero fino al 70% superiori rispetto a quelle dichiarate dai governi nazionali – a dimostrazione della necessità di un maggiore controllo sulle pratiche di estrazione e trasporto del materiale. Un esempio di questo spreco di risorse è la Russia: nel Paese, uno dei più importanti fornitori di gas metano al mondo, gli sforzi per controllare e limitare sono minimi. Secondo il report, anche Turkmenistan e Texas sono fra le principali fonti di dispersione di gas. Uno dei Paesi “virtuosi” per quanto riguarda il contenimento delle perdite è la Norvegia, che dispone delle migliori infrastrutture al mondo e che ha adottato una rigorosa regolamentazione nel settore.

(Leggi anche: Dai gasdotti italiani stanno fuoriuscendo emissioni di metano fino a oggi occulte, ed è gravissimo)

Agli elevati prezzi del gas odierni, quasi tutte le perdite di metano in tutto il mondo potrebbero essere evitate senza alcun costo netto – spiega Fatih Birol, direttore esecutivo dell’IEA. – L’IEA è da tempo sostenitrice di un’azione più forte per ridurre le emissioni di metano. Una parte vitale di questi sforzi è la trasparenza sulle dimensioni e sull’ubicazione delle emissioni, motivo per cui la massiccia sottostima rivelata dal nostro Global Methane Tracker è così allarmante.

Si pensi che, solo nello scorso anno, il metano fuoriuscito dalle tubature e andato sprecato sarebbe bastato a fornire energia all’intero continente europeo per un anno! Se quel gas fosse stato raccolto e utilizzato come fonte energetica, si sarebbero certamente ammortizzati gli effetti sull’economia dell’aumento dei prezzi dell’energia. Solitamente invece, nelle condutture che perdono, il gas disperso viene bruciato (un processo detto flaring).

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Fonte: International Energy Agency

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