Il lato oscuro delle Olimpiadi di Rio: popolazioni indigene sotto attacco

Non si fermano gli attacchi alle popolazioni indigene in vista delle Olimpiadi di Rio di quest'estate. Il leader dei Guaranì è andato in giro per l'Europa per sensibilizzare tutta la comunità.

Olimpiadi di Rio 2016, sicuro che sarà per tutti una gran festa? Già abbiamo evidenziato, solo pochi giorni fa, la che stanno vivendo molte delle popolazioni indigene: la tribù dei Guaranì, soprattutto, che già da anni si è vista sottrarre con la violenza la maggior parte delle terre avite.

Tonico Benites, uno dei leader della tribù Guarani del Brasile, non ci sta e si è messo in viaggio per mezza Europa per richiamare l’attenzione sul triste “lato oscuro del Brasile”, proprio in vista delle Olimpiadi di Rio di questa estate.

La situazione che devono affrontare i popoli indigeni viene nascosta e messa a tacerespiega Tonico. Il Brasile sta dimostrando di trattare bene i suoi popoli indigeni, ma in realtà le persone interessate alle Olimpiadi non sanno che c’è un sacco di ingiustizia e di violenza contro le popolazioni indigene, e le nostre terre vengono rubati … Ecco, questo è il momento per noi di mostrare alla gente i lato oscuro del Brasile”.

Le terre dei Guaranì sono state praticamente rubate e occupate da proprietari terrieri e sostituite da piantagioni di canna da zucchero e di soia, mentre gli indigeni sono stati lasciati sui bordi delle strade e in riserve sovraffollate dove soffrono di malnutrizione, di malattie di ogni genere e pure del più alto tasso di suicidi al mondo. I bambini muoiono di fame e i leader vengono assassinati uno ad uno dai sicari al soldo degli allevatori.

tribù guaranì

E non è la prima volta che le popolazioni indigene del Brasile soffrono di situazioni simili. Già nel 2014, in occasione della Coppa del Mondo, furono sottratte agli indigeni terre e risorse faticosamente conservate negli anni.

Ora Il viaggio di Tonico, supportato da Front Line Defenders e Survival International, lo ha portato in Irlanda, al Parlamento europeo a Bruxelles e a Londra, dove ha raccontato la sua storia al quotidiano The Guardian, ha risposto a migliaia domande sul sito Reddit e ha parlato agli studenti delle scuole.

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Di supporto a Tonica è la campagna di Survival International “Fermiamo il genocidio in Brasile!” che ha tre obiettivi: proteggere le tribù incontattate dell’Amazzonia (i Kawahiva per esempio), porre fine alle violenze e al furto della terra Guaranì nel Brasile meridionale e fermare il PEC 215, un emendamento costituzionale che potrebbe minare seriamente i diritti territoriali indigeni, rappresentando la catastrofe per le tribù di tutto il paese (se adottato, darebbe ai proprietari terrieri l’opportunità di bloccare il riconoscimento di nuovi territori indigeni e smembrare quelli già esistenti.

tonico benites

Insomma, togliamo la corteccia dorata dei Giochi Olimpici del 2016 e accettiamo di conoscere il lato oscuro del Brasile, perché ciò che manca dall’immagine popolare che si ha del Paese Carioca è il trattamento scioccante che riserva ai suoi popoli.

Gli stadi e tutte le arene sono costruiti su terra indiana, e gran parte delle ricchezze deriva dalla espropriazione inflitta alle popolazioni indigene e al furto delle loro terre. D’altronde, è già successo in passato: il Maracanã, il più famoso stadio di Rio costruito per i Mondiali del 2014, ha comportato lo sfratto di un gruppo di 70 indiani da 17 diverse tribù, che stavano occupando una villa abbandonata del 19° secolo. La loro casa è stata distrutta per far posto a un parcheggio gigante e alla costruzione di un museo del calcio, mentre gli indiani avrebbero voluto che almeno diventasse un centro per la conservazione della culturale indigena.

Tutto questo crea solo tanta sofferenza e una grave perdita del patrimonio umano.

Germana Carillo

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