La Norvegia fa saltare in aria una diga idroelettrica per salvare fiumi e pesci

Le dighe impediscono anche il trasporto di sedimenti, cambiano il flusso naturale dei fiumi, le aree di riproduzione sono compromesse

In pochi minuti una diga idroelettrica di oltre 100 anni è stata distrutta in Norvegia, nei pressi del fiume Tromsa: costruita nel 1916 e inattiva da circa 50 anni, è stata abbattuta a seguito di una la lunga battaglia condotta, in particolare, dal club di pesca sportiva norvegese Gudbrandsdal Sportsfiskeforening per proteggere la salute del fiume e delle varietà ittiche che rischiavano di essere seriamente compromesse.

Il progetto ora prevede la rimozione dei detriti prodotti dall’esplosione e la possibilità di sfruttare il canyon naturale per costruire una cascata che possa consentire ai pesci di nuotare controcorrente grazie al vigore dell’acqua: in questo modo si vuole ripristinare una delle rotte migratorie per i pesci che, si spera, permetterà a specie come temoli, bottatrice, scazzone alpino, trote di prosperare nuovamente.

La presenza di dige inattive non è una peculiarità solo norvegese: nel corso del 2022 ne verranno rimosse altre in Spagna, Francia e Regno Unito ma sono ancora un numero esiguo. Uno studio internazionale pubblicato nel luglio 2020 ha evidenziato come queste barriere artificiali, tra il 1970 e il 2016, in Europa abbiano contribuito a una riduzione del 93% della popolazione ittica di acqua dolce.

L’individuazione e la rimozione delle barriere dai fiumi europei rientrano tra i punti della Strategia Europea per la biodiversità 2030 promossa dalla Commissione Europea. Tra gli obiettivi il ripristino della libera circolazione di 25.000 km di fiumi, la ricostruzione del flusso naturale, un rinnovato sviluppo degli ecosistemi di acqua dolce, l’agevolazione alla migrazione di specie in via di estinzione come lo storione e l’anguilla europea. In questo contesto esiste anche il progetto AMBER, finanziato con il fondo comunitario Horizon 2020, dedicato al ripristino della connettività dei corsi d’acqua e alla mappatura delle attuali barriere fluviali. Proteggere un ecosistema oggi fragilissimo è diventata una delle grandi priorità per salvaguardare il nostro pianeta.

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FONTI:

WWF; Strategia Eu biodiversità 2030;  Progetto Amber

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