Ulivi del Salento minacciati da un batterio killer “imbattibile”

Nuova minaccia per gli ulivi del Salento. Gli alberi secolari della Puglia non sono minacciati soltanto dall’espansione urbanistica e da progetti per l’installazione di pannelli fotovoltaici che non tengono conto della loro fondamentale presenza, ma anche da un batterio killer, che sembra purtroppo imbattibile.

Nuova minaccia per gli ulivi del Salento. Gli alberi secolari della Puglia non sono in pericolo soltanto a causa dall’espansione urbanistica e di progetti per l’installazione di pannelli fotovoltaici che non tengono conto della loro fondamentale presenza, ma anche da un batterio killer, che sembra purtroppo imbattibile.

Il killer degli ulivi del Salento sarebbe il batterio Xylella fastidiosa. A causa di questa nuova minaccia stanno morendo gli ulivi che si trovano nelle campagne di Gallipoli, Taviano, Melissano e di alte località del Salento. Al momento non esiste alcun rimedio e si teme che il batterio possa attaccare anche le viti.

Il batterio è in grado di attaccare molte varietà arboree, tra cui alberi di agrumi e di mandorle, ma anche piante di caffè e oleandri. I migliori ricercatori delle università statunitensi non sono ancora riusciti a scoprire una strategia per annientarlo. I batterio si propaga attraverso la puntura di un insetto, che si serve delle piante per nutrirsi.

Nelle piante colpite dalla malattia le foglie ingialliscono già alla fine dell’estate e cadono precocemente. Le piante soffrono molto e, se la malattia si ripresenta, muoiono nel corso di soli cinque anni. Il caso ricorda molto da vicino la moria delle palme causata dal punteruolo rosso, che nell’Asia sud-orientale ha provocato la distruzione di 24 milioni di palme da dattero. La sua diffusione ha raggiunto anche l’Italia e ha colpito le palme presenti in Toscana, Sicilia, Calabria, Lazio e in molte altre regioni.

Gli ulivi secolari del Salento risultavano già fortemente minacciati dal disboscamento. Nel 2011 è stato lanciato un vero e proprio allarme in loro difesa. A causa di piani di sviluppo che non hanno tenuto conto delle reali esigenze del territorio e dell’ambiente, migliaia di ulivi sono stati letteralmente sterminati per fare spazio ad impianti eolici e fotovoltaici, che avrebbero benissimo potuto essere installati altrove. Perché non considerare, ad esempio, i tetti dei capannoni e dei condomini come luogo ideale per posizionare i pannelli, anziché deturpare le meraviglie naturali del territorio?

Per salvare gli ulivi pugliesi aveva avuto inizio una corsa conto il tempo, con appelli, petizioni online e richieste di adozione degli alberi secolari. I piani di espansione delle infrastrutture, nel 2012, avevano infatti richiesto l’abbattimento di migliaia di esemplari per fare spazio alle carreggiate della statale Adriatica.

La nuova minaccia, rappresentata dal batterio, preoccupa sempre di più gli agricoltori pugliesi. Ciò che spaventa è soprattutto l’assenza di cure per le piante e di rimedi contro la malattia causata dal microrganismo che le colpisce fino a sterminarle. Il batterio agisce occludendo i canali che permettono alle piante di ricevere acqua. E così gli ulivi salentini nelle ultime settimane si sono rinsecchiti. Non resta che sperare che gli esperti individuino un rimedio al più presto.

Marta Albè

Leggi anche:

Ulivi secolari della Puglia: il Salento si ribella alla legge che favorisce il “disboscamento”
Corsa contro il tempo per salvare più di 8 mila ulivi in Salento. L’adozione? Per l’Anas una bufala
Il punteruolo rosso e la moria delle palme

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook