Una persona è morta e quattro sono ricoverate in ospedale per aver raccolto e cucinato dei funghi non commestibili a Napoli. La specie in cui si sono imbattuti, confusa presumibilmente con un prataiolo, è mortale e causa di ripetuti avvelenamenti. L'accaduto ricorda nuovamente quanto importante sia conoscere le specie fungine e saperle indentificare. Le conseguenze in caso di distrazione possono essere fatali
Sono stati ricoverati presso il pronto soccorso dell’ospedale Antonio Cardarelli di Napoli dopo aver accusato forti dolori. Un nucleo familiare composto da 5 persone ha consumato dei funghi che avrebbe raccolto sulle colline dietro l’ospedale Monaldi, scambiandoli per commestibili.
Una signora sulla novantina, la più anziana del gruppo, è deceduta. I restanti 4 si trovano sotto osservazione medica, due dei quali in terapia intensiva. Il fungo che la famiglia avrebbe erroneamente raccolto sarebbe una tignosa di primavera, Amanita verna, una specie velenosa e causa di numerosi avvelenamenti sul territorio nazionale.
È possibile che i familiari l’abbiano scambiata per un prataiolo, Agaricus campestris. A seguito della vicenda, gli operatori sanitari hanno nuovamente raccomandato a tutta la popolazione prudenza con i funghi.
Oltre a dover essere in possesso di uno specifico patentino per la raccolta, chi va per funghi deve prestare la massima attenzione nell’identificazione della specie. Confonderne una con un’altra è facilissimo e le conseguenze possono essere molto gravi.
Al genere Amanita appartengono, ad esempio, sia esemplari commestibili che tossici come l’Amanita phalloides, conosciuta anche come “tignola verdognola”, ritenuta il fungo più letale che vi sia. Prima di portare in tavola un qualunque fungo, è caldamente consigliato di recarsi presso l’azienda sanitaria di riferimento e far esaminare il cesto raccolto dai micologi per accertarne la commestibilità. Il servizio è gratuito.
È fondamentale far passare un messaggio diretto ai raccoglitori, per sensibilizzarli sul fatto che non devono consumare funghi di sospetta determinazione. Nel dubbio mai consumarli. Non ci si puòimprovvisare esperti, spesso le persone si limitano a guardare qualche foto su un libro o su internet, ma un conto è un’immagine, un conto è il fungo nella sua realtà e con le dovute distinzioni, ha affermato il direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva.
Molte persone sottovalutano infatti la pericolosità dei funghi, credendo di potersela cavare nel peggiore dei casi con una leggera intossicazione. Purtroppo non è sempre così.
Come anche per la raccolta delle erbe selvatiche, dovrebbe valere sempre la regola di raccogliere solamente ciò di cui si è sicuri al 100%. Nel caso in cui si abbia anche un minimo dubbio, meglio lasciar perdere e proseguire il cammino. Errori di questo tipo possono costare la vita, come purtroppo è successo all’anziana donna del gruppo.
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Fonte: ASL Napoli 1 Centro/Facebook
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