Il punto più remoto del nostro Pianeta, il Punto Nemo, “emette” un suono a bassissima frequenza davvero molto particolare. Gli scienziati hanno avanzato diversi ipotesi, molte delle quali mai confermate. Cosa può essere?
Dal Punto Nemo, il punto più remoto della Terra, proviene un suono stranissimo a frequenza particolarmente bassa, ribattezzato ‘Bloop’, che ha incuriosito per molto tempo gli scienziati (e non solo loro). Molte le ipotesi formulate senza una chiara evidenza, ma forse una teoria potrebbe spiegare il mistero.
Nel Punto Nemo si è davvero soli, essendo il punto geograficamente più lontano da ogni costa, dove un eventuale essere umano sarebbe (in alcuni momenti) più vicino addirittura agli astronauti che risiedono sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Questo punto sul nostro Pianeta, calcolato dai computer con coordinate S 48° 52’ 31,748’’, O 123° 23’ 33,069’’, si trova nel sud dell’Oceano Pacifico a 2.688 chilometri dalle coste più vicine, ed è così chiamato in onore dal Capitano Nemo del celeberrimo romanzo ‘Ventimila leghe sotto i mari’ di Jules Verne.
Nel 1997, che la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti ha rilevato uno strano suono a frequenza ultrabassa, grazie agli idrofoni posizionati nell’Oceano Pacifico, potente e incredibilmente forte, tra i più forti mai registrati sott’acqua, così forte da essere captato da idrofoni distanti 4.800 chilometri.
Alcuni scienziati, tra cui l’oceanografo della NOAA Chris Fox, hanno ipotizzato che fosse provocato sa un animale marino, ma nessun animale conosciuto è in grado di produrre un simile suono, il che potrebbe far pensare a qualche calamaro gigante o altro “mostro marino” sconosciuto.
Si è ipotizzato anche che il suono fosse correlato al distacco del ghiaccio, che in effetti viene sempre da sud. Per la sua potenza potrebbe essere in particolare ghiaccio al largo della costa dell’Antartide.
La NOAA ha già rilevato suoni simili a questo e li ha utilizzati anche per monitorare l’iceberg A53a mentre si disintegrava.
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I suoni ad ampio spettro registrati nell’estate del 1997 sono coerenti con i terremoti generati dai grandi iceberg mentre si spezzano e si fratturano – spiegano gli esperti del Pacific Marine Environmental Laboratory del NOAA – Gli idrofoni della NOAA schierati nel Mare della Scozia hanno rilevato numerosi terremoti con spettrogrammi molto simili a Bloop
L’ipotesi tornerebbe anche con la potenza rilevata del suono.
I terremoti di ghiaccio hanno un’ampiezza sufficiente per essere rilevati da più sensori a una distanza di oltre 5.000 km. In base all’azimut di arrivo, gli iceberg che hanno generato Bloop molto probabilmente si trovavano tra lo Stretto di Bransfield e il Mare di Ross, o forse a Capo Adare, una ben nota fonte di segnali criogenici
Al momento sembra questa, quindi, la teoria più plausibile.
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Fonti: NOAA / AS N/Youtube
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