Orchidea, lo studio che ne svela il genoma e l’evoluzione nel mondo

Orchidea, un fiore speciale. Apparentemente delicato e fragile, è in realtà molto forte. La sua bellezza è riuscita a colonizzare quasi ogni habitat della Terra. A rivelarlo un nuovo studio condotto in Cina, che ne ha sequenziato il genoma scoprendo interessanti novità sull'evoluzione

Orchidea, un fiore speciale. Apparentemente delicato e fragile, è in realtà molto forte. La sua bellezza è riuscita a colonizzare quasi ogni habitat della Terra. A rivelarlo un nuovo studio condotto in Cina, che ne ha sequenziato il genoma scoprendo interessanti novità sull’evoluzione.

Il team di ricerca dell’Orchid Conservation and Research Centre of Shenzhen ha esaminato i geni di una serie di orchidee, prima tra tutte lApostasia shenzhenica, che cresce selvaggia nelle montagne della Cina sudorientale. Esse fanno parte della sottofamiglia dell’Apostasiodea che si è separata dalla famiglia delle Orchidacee milioni di anni fa.

Le Apostasioideae comprendono solo due generi (Apostasia e Neuwiedia), costituite da specie terrestri che si trovano nelle aree umide dell’Asia sudorientale, del Giappone e dell’Australia settentrionale. Sebbene condividano alcuni elementi con le altre orchidee (ad esempio i piccoli semi), possiedono diversi tratti unici, i più evidenti dei quali riguardano la forma dei loro fiori.

Questi ultimi sono considerati il ramo evolutivo di base delle orchidee che noi conosciamo e sono caratterizzate dalla presenza di 2 o 3 stami. Ciò le differenzia dalle loro simili visto che gran parte delle orchidee ne presenta solo uno.

I nuovi dati forniscono nuove informazioni relative all’evoluzione dell’orchidea, suggerendo che le caratteristiche distintive trovate solo nelle orchidee della sottofamiglia dell’Apostasiodea hanno giocato un ruolo chiave nell’evoluzione.

Tutte le orchidee hanno una serie di caratteristiche uniche che le rendono speciali e immediatamente riconoscibili, dalle più pregiate alle più comuni. Tra queste, il fatto di essere particolarmente leggere e la capacità di crescere su altre piante, usandole come supporto, ma anche lo sviluppo del labello, il petalo dal particolare aspetto che funge da richiamo per gli insetti impollinatori, e del gynostemium o column, che riguarda la riproduzione.

“La ricerca rivela che gli elementi di questo ‘progetto’ appaiono proprio all’inizio dell’evoluzione della famiglia delle orchidee e potrebbero aver aiutato nella spettacolare evoluzione successiva delle 26.500-28.000 specie che oggi conosciamo” ha detto il dottor Trevor Dines di Plantlife.

L’orchidea è una delle più grandi famiglie di piante da fiore. Molte vengono coltivate proprio per i loro bei fiori, altre hanno importanza economica, come quella che produce la vaniglia.

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I confronti tra la A. shenzhenica e altre orchidee e angiospermi hanno permesso anche la ricostruzione di uno strumento genealogico delle orchidee ancestrali.

Lo studio è stato pubblicato su Nature.

Francesca Mancuso

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