Caccia di nuovo aperta al lupo grigio negli USA

Il lupo grigio è nuovamente in pericolo. Dichiarato non più specie a rischio, almeno nella regione dei Grandi Laghi (fra Stati Uniti e Canada), questo esemplare di lupo si ritrova a doversi “difendere” da solo, dopo che l’amministrazione Obama, attraverso il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti D’America ha preso una decisione che ha creato scontento soprattutto tra l’elettorato del Presidente americano.

Il lupo grigio è nuovamente in pericolo. Dichiarato non più specie a rischio, almeno nella regione dei Grandi Laghi (fra Stati Uniti e Canada), questo esemplare di lupo si ritrova a doversi “difendere” da solo, dopo che l’amministrazione Obama, attraverso il Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti D’America ha preso una decisione che ha creato scontento soprattutto tra l’elettorato del Presidente americano.

Sebbene non siano state documentate aggressioni all’uomo da parte del lupo grigio negli ultimi anni, la salvaguardia di questi animali nella regione dei Grandi Laghi viene messa in discussione ex novo dalServizio della Pesca e della Fauna Selvatica degli Stati Uniti, agenzia che ha deciso di revocare l’atto di “protezione”, usando come pretesto quello del numero elevato di esemplari, che in branco – a detta loro – potrebbero risultare pericolosi.

Il numero degli esemplari di lupo grigio sarebbe infatti aumentato considerevolmente, accrescendo quindi l’uccisione da parte di questi di una delle loro prede preferite, l’alce. Inoltre, sempre secondo quando affermano gli allevatori, ci sarebbe stato un aumento non trascurabile di animali da allevamento, aggrediti o uccisi dai lupi.

In realtà, il fatto che questi animali – grazie al titolo di specie protetta – siano riusciti a raggiungere un numero elevato di esemplari, non toglie il fatto che il rischio di estinzione sia sempre dietro l’angolo. I lupi nel Wisconsin, quelli del Minnesota e del Michigan, senza alcuna protezione governativa, rischiano di cadere vittime dei cacciatori, i quali sono stati fra i primi – attraverso le loro organizzazioni – a chiedere che questo animale venisse rimosso dalle specie protette.

Sebastiano Piras

 

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