Isola delle Femmine in vendita? Donne, ce la ricompriamo! L’idea (pazzesca) di crowdfunding di 4 artiste

L'Isola delle Femmine è in vendita da qualche anno per tre milioni e mezzo di euro. Quattro artiste lanciano un crowdfunding al femminile per comprarla.

La bellissima Isola delle Femmine, la riserva naturale alle porte di Palermo gestita dalla Lipu, è in vendita da qualche anno e costa tre milioni e mezzo di euro. Adesso quattro artiste hanno lanciato raccolta di fondi online per acquistarla e trasformarla in un’oasi d’arte.

“Abbiamo pensato che fosse una buona idea mettere insieme 350mila donne e una donazione di 10 euro ciascuna e comprarla tutte insieme. Il nostro obiettivo è preservare l’isola per le generazioni future”, scrivono sul sito web creato ad hoc per l’iniziativa, Stefania Galegati, Valentina Greco, Claudia Gangemi e Marcela Caldas, le quattro artiste che hanno lanciato il crowdfunding.

Una cifra simbolica per proteggere l’Isola delle Femmine che dal 2017 dove abitano soltanto uccelli marini e granchi e dove campeggia una torre distrutta per metà. Sono 15 ettari in tutto proprio di fronte all’omonimo comune attaccato a Palermo. Sull’isola sono presenti dei resti di epoca romana, probabilmente risalenti al periodo successivo la seconda guerra punica, sotto forma di vasche in pietra e calcestruzzo per la preparazione di un piatto tipico di quell’epoca a base di pesce. Al medioevo risalgono invece il pozzo e alcune vasche impiegate per la raccolta delle acque piovane.

La torre fu costruita nel XVI secolo come parte di un progetto di difesa della Sicilia contro gli attacchi delle navi barbaresche. Originariamente su due piani e oggi costituita dal solo piano terra, la torre presenta una base quadrata e oggi è in stato di degrado, ma è ricostruibile rispettando la cubatura originale, sempre nel totale rispetto del vincolo ambientale presente.

Da secoli, l’isola è proprietà privata di una famiglia aristocratica di Capaci, eredi di Rosolino Pilo, ma dal 1997 è Riserva marittima naturale istituita dalla Regione Siciliana a tutela del patrimonio floristico locale e per favorire la sosta delle specie migratorie gestita ed è riconosciuta dall’Unione Europea come Zona speciale di conservazione.

Le quattro artiste hanno già costituito l’associazione “Femminote” (le donne marinaie che commerciavano nello Stretto di Messina, protagoniste del romanzo “Horcynus Orca” dello scrittore italiano Stefano D’Arrigo) e lanciato il crowdfunding online rivolto principalmente alle donne (ma gli uomini potranno fare una donazione intestando la quota ad una donna).

Stefania Galegati, Valentina Greco, Claudia Gangemi e Marcela Caldas rassicurano anche i più scettici: l’isola rimarrà così com’è, ma pur volendo non sarebbe possibile trasformarla completamente perché sottoposta a vincoli in quanto riserva naturale. Insomma il loro sarebbe soltanto un gesto simbolico per lasciare alle future generazioni, un patrimonio intatto.

“Il progetto d’acquisto avverrà tramite l’associazione Femminote: è di natura collettiva ed è di per sé un’opera d’arte, un gesto simbolico di resistenza e un’eterotopia.
Permette di sognare e riflettere su temi come la gestione del bene comune e la proprietà privata, la tutela del territorio, il femminismo e le sue derive, l’apertura al fallimento e alla debolezza”.

Isola delle Femmine, leggenda

A questa bellissima isola è legata anche una leggenda. Si dice che un tempo, tredici ragazze turche, colpevoli di crimini molto gravi, furono caricate dai parenti su una nave poi lasciata alla deriva. Una tempesta scagliò la nave su un piccolo isolotto, dove le ragazze vissero per sette lunghi anni in solitudine. Quando le famiglie, pentitesi del loro gesto, ritrovarono le figlie, decisero di non tornare in patria ma di fondare un piccolo paese di fronte all’isola, chiamandolo Capaci (Cca-paci, ovvero qui la pace). L’isola di fronte fu rinominata Isola delle Femmine.

Se vuoi contribuire all’acquisto dell’Isola delle Femmine CLICCA QUI

Fonti: Isola delle Femmine, Agenzia Romolini

Leggi anche:

 

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook