“Siamo in guerra con la natura!”: se non agiamo ora sarà l’apocalisse della biodiversità

Due settimane di lavori che coinvolgono delegati di tutto il mondo e che hanno come obiettivo quello di salvaguardare la biodiversità, sempre più minacciata dall'agire umano

A poche settimane dalla chiusura (fallimentare) dei lavori della COP27, si apre oggi a Montreal in Canada la COP15, la Conferenza delle Nazioni Unite dedicata alla tutela e alla salvaguardia della biodiversità. Nonostante gli sforzi in corso, la biodiversità di sta deteriorando in ogni angolo del Pianeta e si prevedono scenari sempre peggiori.

Animali che si estinguono, ecosistemi che mutano e si distruggono, corsi d’acqua sempre più inquinati e invivibili: biodiversità è quel sottile equilibrio fra i vari organismi viventi, animali e vegetali che siano, e fra i vari ecosistemi. Se anche solo un pezzo di questo complesso puzzle viene meno, si distrugge l’intera biodiversità.

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L’obiettivo di questa conferenza è proprio quello di riunire i rappresentanti dei governi di tutto il mondo e trovare soluzioni concrete per provare a tutelare il patrimonio di biodiversità che ancora ci resta – soluzioni che necessitano di essere attuate nel più breve tempo possibile e che richiederanno grande sforzo da parte di tutti.

Secondo Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, noi esseri umani siamo “in guerra con la natura” e dobbiamo fare pace al più presto, se vogliamo salvare noi stessi e il Pianeta: la natura è ciò che sostiene la nostra sopravvivenza – senza di essa l’umanità cesserebbe di esistere.

Oltre all’inquinamento e al riscaldamento globale, temi su cui si imperniano gli sforzi per la tutela della biodiversità, la direttrice ha citato anche un altro punto, talvolta messo in secondo piano: quello dello sfruttamento indiscriminato delle risorse da parte dell’essere umano.

L’umanità ha da poco tagliato il traguardo degli otto miliardi di persone sulla Terra: ogni individuo nasce con un carico di bisogni – alimentari, energetici, idrici – che devono essere soddisfatti, ed esercita una pressione sugli ecosistemi del Pianeta. È scontato che, più aumenterà la popolazione mondiale, più aumenteranno i bisogni e il consumo delle risorse.

Alla COP15, i cui lavori si concluderanno il prossimo 19 dicembre, sono attesi più di 10.000 partecipanti da ogni parte del mondo, fra cui molti ministri e delegati dei diversi governi. Il documento finale al quale si giungerà, secondo la direttrice Andersen, dovrà affrontare i cinque principali nemici della biodiversità – uso del suolo, sovra-sfruttamento, inquinamento, crisi climatica, diffusione di specie invasive – e offrire soluzioni ad essi.

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Fonte: UN Environment Programme

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