Abbiamo bisogno di più aree protette, ma stiamo per ridurre quella del Parco dell’Etna

Il Consiglio del Parco dell'Etna vuole avviare un progetto di "riperimetrazione" che, secondo le associazioni ambientaliste, ridurrebbe le aree tutelate

Il Consiglio del Parco dell’Etna, guidato da Carlo Caputo, sembra avere tutte le intenzioni di rivedere i vincoli stabiliti dalla Regione Sicilia 35 anni fa.

Si tratta di un progetto di “riperimetrazione” dell’area del Parco che metterebbe appunto mano ai vincoli decisi il 17 marzo 1987 – quando venne istituito l’Ente Parco – per evitare la cementificazione selvaggia di quasi 60mila ettari di terreno attorno al vulcano.

Dieci giorni fa, in occasione dell’anniversario dell’istituzione del Parco dell’Etna, il Consiglio ha deliberato all’unanimità di un tavolo tecnico che lavori alla riperimetrazione della zona.

Perché sarebbe necessario riperimetrare l’area? Secondo Carlo Caputo le regole edilizie sarebbero troppo rigide e i limiti vanno rivisti poiché non consentono ai proprietari degli immobili di ristrutturare le abitazioni, che di conseguenza vengono abbandonate.

Se i sindaci del Consiglio del Parco all’unanimità manifestano l’esigenza di ragionare su una proposta di riperimetrazione del Parco questo è un fatto che non possiamo più trascurare.
La maggioranza di questi dissensi è legata a regole edilizie troppo rigide. Non si parla di costruire nuova cubatura, non si tratta di consumo del suolo ma solo di valorizzare quella esistente.
È evidente che alcuni limiti sono apparsi lungo questi 35 anni esagerati se non dannosi.
Ad un cittadino proprietario di un’immobile sono stati posti così tanti vincoli gravosi che alla fine ha rinunciato a ristrutturare, a valorizzare, risultato? Sono rimaste brutture edilizie e terreni di proprietà privata abbandonati. Stiamo provando a rivedere procedure e regole ma la strada è lunga e gli ostacoli non mancano – spiega Caputo su Facebook

Spiegazione che evidentemente non è sufficiente per Legambiente Sicilia, che non approva la decisione del Consiglio in merito alla revisione dei perimetri del Parco.

Questa decisione è diametralmente opposta a quella di Legambiente Sicilia, che ha proposto l’istituzione del Parco nazionale. Non è certamente restringendo l’area protetta che si riusciranno a raggiungere obiettivi che mirino ad un reale sviluppo del territorio: agricoltura di qualità che esalti le produzioni tipiche dell’Etna, turismo esperenziale e non di massa, enogastronomia che punti sulle eccellenze di una cultura millenaria. Piuttosto traspare la volontà di favorire gli interessi di una parte, senza voler ricercare soluzioni condivise e soprattutto ecocompatibili – si legge in un comunicato dell’associazione.

Secondo Legambiente, la riperimetrazione non è in linea con l’obiettivo di tutelare e conservare l’ambiente naturale unico che caratterizza l’area dell’Etna e comporterebbe una riduzione delle aree tutelate e, di conseguenza, una diminuzione di habitat naturali e di spazi protetti per flora e fauna.

Se davvero la riperimetrazione andasse a ridurre zone tutelate, saremmo anche in direzione contraria rispetto quanto raccomandato da scienziati e ONU, che da tempo sottolineano l’importanza di aumentare le aree protette in tutto il Pianeta per salvaguardare il territorio e la biodiversità.

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Fonti di riferimento: Caro Caputo-Facebook/Legambiente Sicilia/Parco dell’Etna

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