I ghiacciai della Groenlandia perdono mercurio sciogliendosi

I ghiacciai della Groenlandia perdono mercurio sciogliendosi, e la presenza della tossina nell’acqua solleva preoccupazione

I ghiacciai della Groenlandia perdono mercurio sciogliendosi. La presenza della tossina nell’acqua solleva preoccupazione per la pesca, fonte di cibo primaria per le comunità indigene.

La Groenlandia è uno dei luoghi più remoti della terra – eppure la fuoriuscita dell’acqua da alcuni ghiacciai in scioglimento contiene tanto mercurio quanto ne contengono i fiumi altamente inquinati nelle aree più popolose del mondo. Questi i risultati di un nuovo studio che ha analizzato l’acqua sciolta proveniente dall’area sudorientale del grande ghiacciaio. La ricerca solleva preoccupazione sulla quantità di mercurio che si riversa così nei fiumi e nei fiordi, importanti fonti di pesce per le comunità che vivono sulle coste della Groenlandia.

Nei fiordi ci sono concentrazioni di mercurio certamente più alte di quanto ci saremmo aspettati – afferma Jon Hawkings della Florida State University, autore dello studio. È necessario monitorare ancora l’area. Un controllo spalmato in più anni, su un ampio numero di fiumi attorno alla Groenlandia, è necessario per capire se questo sversamento di mercurio sia influenzato o meno dalla crisi climatica.

Durante spedizioni di ricerca nel 2012, nel 2015 e nel 2018, i ricercatori hanno raccolto campioni di acqua non solo dai ghiacciai, ma anche dai numerosi fiordi presenti nell’area e alimentati dai ghiacciai in scioglimento. Le analisi chimiche hanno rivelato livelli di mercurio incredibilmente alti sciolti nell’acqua. La concentrazione di mercurio nell’acqua proveniente dai ghiacciai è senza dubbio più alta di quella esaminata in altre aree della calotta artica. Seppur diluite nell’acqua dei fiordi, resta comunque eccessiva secondo gli studiosi – e anche dopo essersi mescolata all’acqua salata degli oceani, l’acqua della Groenlandia presenta concentrazioni di mercurio più alte rispetto alla normale acqua marina.

(Leggi: La Groenlandia rischia di sparire: il riscaldamento della calotta glaciale supera il punto di non ritorno)

Diversamente dai fiumi inquinati in altre parti del mondo, contaminati dalle attività industriali dell’uomo, i ricercatori credono che il mercurio scoperto in Groenlandia derivi da fonti naturali. Se venisse dall’inquinamento umano, allora anche la neve presente sulla superficie del ghiacciaio sarebbe ricca di mercurio – e invece studi precedenti hanno mostrato che, al confronto, essa è relativamente pulita. Per questo gli scienziati ritengono che il mercurio nell’acqua viene fuori probabilmente dallo strato roccioso che si trova sotto il ghiaccio: i sedimenti presenti sotto i ghiacciai conterrebbero naturalmente grandi concentrazioni di mercurio e, quando il ghiaccio si scioglie, rilascia mercurio nell’acqua che viene fuori dal ghiacciaio.

Per adesso non è ancora chiaro quanto mercurio si trovi nelle risorse di cibo delle popolazioni indigene. Parte di questo mercurio potrebbe andare a depositarsi sul fondale marino e rimanere intrappolato nei sedimenti marini. Ma purtroppo ci sono tracce, in altre aree dell’Artico, di quanto il mercurio si stia accumulando nei pesci – esponendo, di conseguenza, anche l’uomo al contatto con questo elemento.

 Fonte: Nature

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