L’inquinamento dell’aria sta avendo effetti collaterali inaspettati anche sui giocatori di scacchi

I giocatori di scacchi ottengono risultati peggiori quando la qualità dell’aria è inferiore. Scopo dello studio è dimostrare l’effetto negativo che l’inquinamento dell’aria ha sul sistema cognitivo

Ecco un’altra cosa che i giocatori di scacchi devono tenere sotto controllo: l’inquinamento, soprattutto quello indoor. Memoria, attenzione, capacità di analisi, concentrazione addio laddove l’inquinamento è alle stelle.

Questa è la linea di fondo di uno studio appena pubblicato su Management Science e condotto dai ricercatori del MIT, che indaga su come la qualità dell’aria interna possa influire sulla qualità del processo decisionale strategico sulla base dei dati dei tornei di scacchi ufficiali.

Secondo la ricerca, infatti, i giocatori di scacchi si comportano oggettivamente peggio e fanno più mosse errate quando c’è più particolato fine nell’aria.

Scopriamo che quando gli individui sono esposti a livelli più elevati di inquinamento atmosferico, commettono più errori e commettono errori più grandi, afferma Juan Palacios, economista del Sustainable Urbanization Lab del MIT e coautore del report.

Lo studio

Gli studiosi hanno preso in esame le prestazioni di 121 giocatori di scacchi in tre tornei (di otto settimane) di sette turni in Germania nel 2017, 2018 e 2019, analizzando oltre 30mila mosse. Hanno poi confrontato le mosse effettive dei giocatori con le mosse ottimali determinate dal programma di scacchi Stockfish e collegato tre sensori di qualità dell’aria connessi al web nei luoghi nei quali si tenevano le competizioni, per misurare l’anidride carbonica, le concentrazioni di PM2,5 e la temperatura.

I ricercatori hanno usato modelli computerizzati per analizzare la qualità delle partite giocate e hanno scoperto che con un modesto aumento del particolato fine. Più specificamente, dato un modesto aumento del particolato fine, la probabilità che i giocatori di scacchi commettano un errore aumenta di 2,1 punti percentuali e l’entità di tali errori aumenta del 10,8%. In questo ambiente, almeno, l’aria più pulita porta a teste più chiare e pensieri più nitidi.

Durante i tornei, le concentrazioni di PM2,5 variavano da 14 a 70 microgrammi per metro cubo d’aria, livelli di esposizione comunemente riscontrati nelle città degli Stati Uniti e altrove. I ricercatori hanno esaminato ed escluso potenziali spiegazioni alternative per il calo delle prestazioni del giocatore, come l’aumento del rumore ehanno anche scoperto che l’anidride carbonica e le variazioni di temperatura non corrispondevano alle variazioni delle prestazioni. In più, utilizzando le valutazioni standardizzate guadagnate dai giocatori di scacchi, gli studiosi hanno anche tenuto conto della qualità degli avversari affrontati da ciascun giocatore.

Contro avversari comparabili nello stesso round del torneo, essere esposti a diversi livelli di qualità dell’aria fa la differenza per la qualità delle mosse e la qualità delle decisioni, spiega Palacios.

I ricercatori hanno anche scoperto che quando l’inquinamento atmosferico era peggiore, i giocatori di scacchi si comportavano ancora peggio quando avevano limiti di tempo. Le regole del torneo imponevano che fossero effettuate 40 mosse entro 110 minuti; per le mosse 31-40 in tutte le partite, un aumento dell’inquinamento atmosferico di 10 microgrammi per metro cubo ha portato a un aumento della probabilità di errore del 3,2%, con un aumento dell’entità di tali errori del 17,3%.

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Fonti: Management Science / MIT

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