C’è un’isola di plastica nel mar Tirreno, tra la Corsica e l’Elba

Nel Tirreno, tra la Corsica e l’Elba c’è una nuova isola, ma è di plastica: una striscia di rifiuti trasportata dalle correnti. Bicchieri, cannucce, cotton fioc che si trasformano in armi letali per la biodiversità.

Nel Tirreno, tra la Corsica e l’Elba c’è una nuova isola, ma è di plastica: una striscia di rifiuti trasportata dalle correnti. Bicchieri, cannucce, cotton fioc che si trasformano in armi letali per la biodiversità.

Migliaia e migliaia di plastiche e microplastiche a due passi da noi, zuppe di rifiuti che attanagliano zone vicine all’isola dell’Elba e alla Corsica.

Rifiuti che avvelenano i nostri mari e uccidono pesci e tartarughe, esattamente come succede nella Great Pacific Garbage Patch, l’isola del Pacifico completamente piena di spazzatura. Ma a quanto pare l’inquinamento marino è più vicino di quanto pensiamo, a dirlo è Francois Galgani, responsabile dell’Institut français de recherche pour l’exploitation de la mer (Ifremer) di Bastia, che parla di una vera e propria striscia di rifiuti che ciclicamente viene trasportata dalle correnti ed è frutto dell’inciviltà e del non corretto smaltimento rifiuti.

Un fenomeno non nuovo, ma che per adesso sul Tirreno non è permanente, compare dopo pioggia e correnti molto forti.

“Questa è una situazione cronica, quando abbiamo condizioni meteorologiche avverse, ad esempio il vento da nord-est in estate,abbiamo grandi arrivi di rifiuti sulla costa della Corsica”, ha detto Francois Galgani e continua:

“Si tratta di poche decine di chilometri. Ma a differenza delle isole di plastica nel Pacifico o l’Atlantico che sono “correnti permanenti” nel Mediterraneo, questi sono accumuli temporanei e durano alcuni giorni o settimane, un massimo di due o tre mesi, ma mai rimangono in maniera permanente”.

Rifiuti che si trasformano in microplastiche e sono difficili poi da recuperare, spesso finiscono nello stomaco di pesci e tartarughe, perché scambiati come cibo.

“Ci sono posti dove abbiamo una vera zuppa di plastica. Il problema alla fine è che questa plastica si accumula nei tessuti dei pesci, che diventanoi tossici, e alla fine i rifiuti arriveranno nel nostro stomaco”, ha chiosato Océane Couturier, membro dell’associazione Mer et Vivre.

 

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Dominella Trunfio

Foto di repertorio

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