Innalzamento dei mari: 150 siti Unesco a rischio, in Italia Venezia, Napoli e Pisa

Nel corso dei prossimi 2000 anni se l'innalzamento dei mari continua di questo passo potremmo veder scomparire un quinto dei siti patrimonio dell'umanità.

L’innalzamento dei mari è una delle tante conseguenze dei cambiamenti climatici, continua incessantemente anno dopo anno e produce una serie di danni ambientali che non ci devono lasciare indifferenti. Sembra però che ad essere minacciati da questo fenomeno siano anche molti siti del patrimonio mondiale Unesco. Secondo un nuovo studio, infatti, circa un quinto di essi potrebbero andare perduti.

In genere si valuta sempre l’impatto ambientale e semmai economico dell’innalzamento delle acque marine. Una ricerca, condotta dall’Università di Innsbruck in Austria e pubblicata sulla rivista Environmental Research Letters, ha voluto valutare invece le conseguenze sul patrimonio artistico e architettonico del mondo.

Il risultato è stato scoraggiante: un quinto dei siti patrimonio dell’umanità nel corso dei prossimi 2000 anni potrebbero scomparire se l’innalzamento dei mari continuerà di questo passo. Tra questi ci sono Venezia, il centro di Napoli, la torre di Pisa, ma anche la Statua della Libertà, l’Opera House di Sydney, la torre di Londra e San Pietroburgo, anche se la zona del mondo più colpita sarà il sud est asiatico.

Lo scenario tra 2000 anni potrebbe essere dunque decisamente cambiato e le nuove generazioni potrebbero veder scomparire sotto le acque alcune tra le costruzioni più preziose dell’ingegno umano. I primi effetti, però, purtroppo saranno visibili già da prima. Ben Marzeion, principale autore dello studio, a questo proposito ha dichiarato: “È relativamente certo che vedremo i primi effetti del fenomeno nel 21° secolo”.

I ricercatori ci tengono a precisare che la situazione non è da sottovalutare considerando anche le conseguenze sull’innalzamento sia pur momentaneo dei mari dovuto alle tempeste e gli uragani che ultimamente si sono abbattuti un po’ in tutto il mondo con una frequenza maggiore rispetto al passato.

Francesca Biagioli

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