Amazzonia: non solo il Brasile, anche la Bolivia brucia. In fiamme un milione di ettari di foresta

La foresta amazzonica non brucia solo in Brasile: in Bolivia le fiamme hanno distrutto un milione di ettari di foresta nell'ultimo mese

Nelle ultime settimane è cresciuta l’attenzione sugli incendi nella foresta amazzonica e l’interesse si è focalizzato soprattutto sui roghi che hanno colpito la foresta pluviale brasiliana.

Più del 60% della foresta si trova infatti in Brasile, ma l’Amazzonia si estende anche in altri Stati tra cui Perù, Colombia, Venezuela, Ecuador e Bolivia.

Quest’ultima ha visto andare distrutta un’area forestale grande quanto il Libano, a causa degli incendi dell’ultimo mese.

Si stima che in Bolivia siano andati perduti un milione di ettari di foresta a causa degli oltre 38mila incendi disseminati nel Paese, con perdite enormi in termini di biodiversità.

La maggior parte degli incendi riguarda la regione di Chiquitanía, nel sud-est della Bolivia, una zona di foresta secca, terreni agricoli e praterie aperte che negli ultimi anni ha visto un’espansione delle attività agricole e di allevamento.

Esattamente come in Brasile, anche in Bolivia gli incendi vengono appiccati soprattutto dall’uomo per interessi economici e anche in Bolivia le attività produttive vengono incoraggiate a scapito della foresta.

Il presidente boliviano Evo Morales lo scorso luglio ha emesso un decreto che autorizza gli incendi controllati allo scopo di liberare terre da destinare ad attività produttive e, contemporaneamente, ha depenalizzato gli incendi appiccati illegalmente lo scorso anno.

L’organizzazione indigena COICA Amazonia ha dichiarato che i governi di Morales e di Jair Bolsonaro non sono benvenuti in Amazzonia e ha accusato i due presidenti di “sventrare ogni strategia ambientale e sociale in Amazzonia” ritenendoli responsabili del “genocidio culturale e ambientale”.

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Tatiana Maselli

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