Il Po è in secca come l’estate scorsa (ed è allarme smog in Pianura Padana)

Siccità di nuovo dietro l’angolo! Nelle campagne del Nord Italia il fiume Po è di nuovo a secco, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate. Cosa significa? Che si teme per le coltivazioni, mentre lo smog aumenta

A secco come l’estate scorsa. È questa la terribile notizia che arriva dalle rive del Po e di molti altri corsi d’acqua. Una situazione che richiama i mesi precedenti e che non fa che mettere a rischio la preparazione dei terreni per le semine (è ora che le coltivazioni avrebbero bisogno di acqua per crescere). E non solo: l’assenza di precipitazioni fa salire l’inquinamento atmosferico alle stelle.

Insomma, mentre si stanno facendo i conti dei danni provocati in Sicilia con campagne finite sott’acqua, serre distrutte, alberi crollati e raccolta degli ortaggi e degli agrumi bloccata per l’effetto di eventi estremi tra bombe d’acqua e tempeste di vento che si sono abbattute sull’isola in soli due giorni, le condizioni del più grande fiume italiano rappresentano anche le difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 35% del lago di Garda al 38% di quello Maggiore fino ad appena al 20% di quello di Como.

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Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità e aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%, dicono da Coldiretti.

L’allarme smog

L’assenza di precipitazioni significative fa scattare l’allarme smog nelle città della pianura padana con le prime misure per limitare il traffico mentre. E, infatti, dopo un 2022 che ha registrato il 40% di pioggia in meno al Nord, l’assenza nel 2023 di piogge che possano ripulire l’aria da inquinamento e polveri sottili rende ancora più pesante la situazione, tanto che a Torino è scattato il livello 1 (arancio) del semaforo anti-smog mentre è bollino rosso in tutta la Regione Emilia Romagna per la qualità dell’aria fino a mercoledì 15 febbraio.

A pesare, nemmeno a dirlo, è anche la carenza di verde urbano. Si consideri che una pianta adulta potrebbe essere capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante ben 20mila chili di anidride carbonica all’anno. In Italia però si dispone di appena 33,8 metri quadrati di vede urbano per abitante, con i valori peggiori proprio nelle metropoli.

Ma l’anomalia climatica è evidente anche nelle campagne lungo tutto il bacino padano dove cresce l’allarme siccità alla vigilia delle semine 2023 con il fiume Po a secco che al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate.

La situazione – concludono da Coldiretti – è peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrato una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti a causa della siccità. Con il Po a secco rischia 1/3 del Made in Italy, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dai grandi formaggi alla frutta e alla verdura.

Staremo a vedere se, questa volta, si ricorrerà alle soluzioni almeno in tempo.

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Fonte: Coldiretti

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