Gigantesco cratere profondo 50 metri appare improvvisamente in Siberia (e il motivo non vi piacerà)

Sono impressionanti le immagini che arrivano dalla Siberia dove uuna troupe televisiva ha notato una buca che prima non esisteva

Una bolla di gas metano, che si è gonfiata a causa dello scioglimento del permafrost in Siberia, è esplosa lasciando un grosso cratere profondo 50 metri. Sono davvero impressionanti le immagini che arrivano dalla Siberia dove per caso una troupe televisiva durante un sorvolo ha notato una buca che prima non esisteva.

E non si trattava di un forellino di poco conto. Un gruppo di scienziati ha quindi effettuato una spedizione per esaminare il grande cratere cilindrico che ha una profondità fino a 50 metri. Sul posto, gli scienziati hanno trovato pezzi di ghiaccio e roccia lanciati a centinaia di metri dall’epicentro. La sacca di metano era scomparsa da tempo e al suo posto era rimasta solo la ferita, il cratere vuoto e mol0to profondo.

Non è chiaro quando si sia formato o se i cambiamenti climatici abbiano avuto un ruolo, ma è probabile che sia così visto che sta accadenso sempre più spesso. Già nel 2014 qualcosa di stranamente simile (e altrettanto inquietante) è stato avvistato nella penisola di Yamal, nel nord-ovest della Russia, dopo una serie di estati insolitamente calde.36

Numeri che lasciano pensare visto che quello che si è appena formato è il 17esimo cratere notato nella regione e il più grande del suo genere apparso negli ultimi anni.

Qui altre immagini del cratere:

Si pensa che i crateri giganti siano il risultato dell’improvviso crollo dei rigonfiamenti della tundra, che si formano quando lo scioglimento del permafrost provoca un accumulo di metano sotto la superficie.

A causa del riscaldamento globale prodotto dall’uomo, l’Artico sta subendo un  rapido collasso del permafrost e anche se la formazione di tali voragini è probabilmente influenzata dai cambiamenti climatici, ancora pochi studi stanno indagando sull’eventuale correlazione.

Eppure il metano è un gas serra 84 volte più potente dell’anidride carbonica. Il rilascio di vaste riserve di questo gas potrebbe dare il via a un circolo vizioso che renderà l’attuale crisi climatica globale ancora più grave.

Analizzando le immagini storiche risalenti agli anni ’70, uno studio del 2017 dell’Università di Harvard ha rilevato che i crateri siberiani si sono espansi negli ultimi anni, e questo suggerisce che lo scioglimento del permafrost sta almeno in parte guidando questo tipo di fenomeni provocando anche il rilascio di depositi di metano nell’Artico. Nello stesso anno, un altro studio ha trovato 7.000 sacche di gas sotto la penisola di Yamal, proprio dove è stato trovato il cratere scoperto di recente.

Il professor Vasily Bogoyavlensky, dell’Istituto russo di ricerca sul petrolio e sul gas di Mosca, ha detto:

“Questo oggetto è unico. Trasporta molte informazioni scientifiche aggiuntive, che non sono ancora pronto a rivelare. ‘Questo è un argomento per pubblicazioni scientifiche. Dobbiamo analizzare tutto e costruire modelli tridimensionali”.

Uno dei timori degli scienziati riguarda le conseguenze legate allo scioglimento del permafrost. E i nuovi crateri sembrano proprio le ferite della Terra, sempre più sofferente.

Fonti di riferimento: Università di Harvard, ScienceAlert, The siberian Times

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